Mercato immobiliare solido a inizio 2024: ecco i settori migliori

I dati dell’ultima analisi sul mercato immobiliare di Jll

Nel primo trimestre del 2024 gli investimenti immobiliari hanno registrato un valore pari a circa 1,9 miliardi di euro, +85% rispetto al Q1 2023. Lo dicono le ultime analisi di JLL, società specializzata nei servizi professionali e nella gestione degli investimenti per il settore immobiliare. Sebbene permanga un contesto macroeconomico e geopolitico sfidante, il primo trimestre 2024 conferma quindi i segnali di ripresa delineati già negli ultimi mesi del 2023, che si sono concretizzati in una crescita dal punto di vista degli investimenti. Ecco i segmenti più performanti nella prima parte dell’anno.

  1. Uffici
  2. Logistica
  3. Hospitality
  4. Residenziale e Healthcare
  5. Retail

“Nel primo trimestre del 2024, il mercato immobiliare ha registrato un netto miglioramento, con una crescita dell’85% degli investimenti YoY, seppure non ai livelli record del 2022 e con una ripresa più lenta di quanto stimato, a causa del contesto macroeconomico” ha commentato Alberico Radice Fossati, Head of Capital Markets di JLL Italia. “A livello di asset class, le ottime performance nei settori Office, Retail e Hotel dimostrano il rinnovato interesse degli investitori, anche grazie al costo del debito, che, per quanto alto, mostra un apparente calo. Il settore Living si conferma attrattivo anche come destinazione d’uso per operazioni di riconversione di asset di altri settori, anche se con un andamento più lento delle aspettative, in funzione dell’incertezza sull’applicazione di alcune regole urbanistiche nella città di Milano”.

Uffici

Guardando ai risultati del Q1 2024, in termini di volumi di investimento, il settore Office si posiziona al primo posto, con circa 600 milioni di euro investiti, rappresentando circa il 30% del totale del mercato, in recupero rispetto al 2023, che aveva visto la Logistica come prima asset class. Il trimestre è stato caratterizzato da un’importante operazione nel CBD di Roma, la prima in termini di valore del quarter, e da una significativa transazione owner-occupier a Milano.

A livello di interesse per gli investitori, Milano rimane in testa con una forte presenza di capitale privato, che si è concentrato soprattutto su prodotti core, limitandone il repricing, che si è, invece, registrato in altre geografie a livello europeo. I fondamentali del settore rimangono forti, grazie al continuo disallineamento tra domanda e offerta, causato dalla mancanza di prodotto prime. I rendimenti primesono rimasti stabili e si attestano rispettivamente al 4,25% a Milano e al 4,5% a Roma.

Logistica

Per quanto riguarda il settore Logistico, il primo trimestre 2024 si è chiuso con circa 300 milioni di euro di investimenti. Nonostante i volumi abbiano mostrato una flessione (-19%) rispetto al 2023, il settore rimane al momento uno dei principali target di investimento, trainato da un significativo repricing, che ha portato i rendimenti netti prime al 5,5%, e da una forte domanda lato occupier, che ha determinato un’ulteriore crescita dei canoni prime.

Hospitality

L’interesse degli investitori anche nel comparto Hotels & Hospitality rimane rilevante, con ottime performance nei principali mercati alberghieri italiani. Nel Q1 2024 le transazioni hanno raggiunto volumi complessivi pari a circa 270 milioni di euro, circa +50% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Residenziale e Healthcare

Il mercato del Living & Healthcare ha registrato investimenti pari a 50 milioni di euro, considerando la destinazione d’uso corrente. A questo va aggiunto che nel primo trimestre si è confermato il trend di riconversione da altre destinazioni d’uso a residenziale: sono state infatti concluse 4 transazioni, per un valore di circa 90 milioni di euro, di immobili a destinazione terziaria che saranno trasformati in residenziale.

Retail

Il Retail ha raggiunto circa 65 milioni di euro di investimenti, evidenziando segnali di una ripresa già avviata a fine 2023. Gli investitori dimostrano un focus prevalentemente verso l’out-of-town e nel trimestre si è inoltre registrato un interesse lato Supermarket, soprattutto da parte di operatori retail.

Le performance positive del settore, anche lato high street sono state confermate anche dall’annuncio dalla recente acquisizione di un immobile in Via Montenapoleone a Milano, in corso di finalizzazione. Il prime net yield si attesta al 3,9% per High Street e al 6,25% per Shopping Centre.

Fonte: Idealista.it

Mutui a tasso fisso, la migliore offerta di oggi 24 aprile 2024

Per i mutui potrebbe essere vicino il momento della discesa. I segnali sono molti: dai tassi Bce rimasti fermi, alle prospettive di taglio del costo del denaro a partire dal giugno 2024, condivise dagli economisti, al fatto incontrovertibile che i tassi Eurirs, riferimento per questo tipo di mutui, sono in calo da qualche tempo in qua, con un trend che rende conveniente l’accensione di un finanziamento a tasso fisso per chi deve comprare casa. Vediamo allora quali sono i tassi di interesse sui mutui e qual è la migliore offerta di mutui a tasso fisso oggi, 24 aprile 2024.

  1. I tassi dei mutui oggi 24 aprile 2024
  2. Il miglior mutuo a tasso fisso di oggi 24 aprile 2024
  3. Calcola la rata del tuo mutuo

I tassi dei mutui oggi 24 aprile 2024

Quali sono i tassi dei mutui oggi, 24 aprile 2024? Rispetto ad un mese fa l’Euribor, riferimento per i tassi variabili, si mostra in lieve calo su tutte le scadenze, al contrario dell’Eurirs, riferimento per i mutui a tasso fisso. In particolare:

Il miglior mutuo a tasso fisso di oggi 24 aprile 2024

Con il servizio Confronta Mutui puoi confrontare le migliori offerte di mutuo disponibili in banca oggi, per trovare gratis quello migliore per te. Simulando la richiesta di un mutuo trentennale a tasso fisso da 150 mila euro, che rappresenta il 75 per cento del valore di un immobile prima casa situato a Roma, da parte di un dipendente a tempo indeterminato di 33 anni con reddito familiare mensile di 3000 euro al mese, la migliore offerta disponibile in banca oggi 24 aprile 2024 è la seguente:

Mutuo Credit Agricole Greenback: Rata mensile 553,68 euro, Tasso fisso:1,99%, TAEG:2,17%, Perizia gratuita, istruttoria 1000 euro.

Calcola la rata del tuo mutuo

Con il simulatore idealista/mutui è possibile calcolare la rata media del mutuo disponibile oggi in banca. Ipotizzando un prezzo dell’immobile di 200 mila euro e un capitale iniziale di 70 mila euro e una richiesta di 130 mila euro da rimborsare in 30 anni, il tasso variabile medio disponibile oggi è del 5,02 per cento con una rata di 699 euro mensili (escluse tasse e spese), per un costo totale inclusi gli interessi di 321.803 euro. Il tasso fisso medio disponibile oggi è invece del 3,2 per cento, con una rata di 562 euro mensili (escluse tasse e spese), per un costo totale inclusi gli interessi di 272.394 euro.

Fonte: Idealista.it

Piano Casa, Spaziani Testa: “Soluzione dei problemi interni alle abitazioni e riordino del Testo Unico dell’Edilizia i temi centrali della terza riunione”

L’Organizzazione di proprietari da casa ha chiesto di rafforzare la locazione privata

Soluzione dei problemi interni alle abitazioni e riordino del Testo Unico dell’Edilizia sono le due questioni principali di cui si è discusso nel corso della terza riunione del tavolo di consultazione per l’adozione di un Piano Casa che si è svolta giovedì 4 aprile al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del ministro Matteo Salvini con il Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e rappresentanti di circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. All’incontro ha partecipato anche Confedilizia, che ha posto l’attenzione sulla necessità di rafforzare la locazione privata. A idealista/news, il presidente dell’Organizzazione dei proprietari di casa, Giorgio Spaziani Testa, ha parlato di quanto emerso e ha illustrato le proposte presentate.

Mit: “Presentate misure volte a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali”

Come spiegato da una nota dello stesso Mit, nel corso della terza riunione sul Piano Casa sono state presentate le linee di indirizzo che dovrebbero portare alla definizione di norme per intervenire sulla casa. Nello specifico, misure volte a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali.

In particolare, difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche; difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Il tutto – sempre in base a quanto sottolineato dalla nota del Mit – con l’obiettivo di “tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa”.

Spaziani Testa: “Al centro della terza riunione il tema della regolarizzazione delle piccole difformità interne alle abitazioni. Noi abbiamo chiesto di rafforzare la locazione privata”

Cosa è emerso durante la terza riunione sul Piano Casa?

“Innanzitutto, inquadriamola: quella del 4 aprile è stata la terza riunione del tavolo di consultazione istituito dal ministro delle Infrastrutture sul cosiddetto Piano Casa. La inquadro perché nelle precedenti riunioni, in particolare nella seconda, dopo aver ascoltato i vari partecipanti, era stato dato un quadro di interventi possibili per una finalità che è quella di aumentare l‘offerta abitativa.

Le misure volte a regolarizzare le piccole difformità interne alle abitazioni, preannunciate dal ministro Salvini in un nostro convegno a Piacenza e di cui ora si sta parlando, apparentemente non sono in linea con il Piano Casa, il cui obiettivo è aumentare l’offerta abitativa, ma lui le inquadra in quel Piano sostenendo che rendendo più commerciabili gli immobili, quelli bloccati da questioni formali o sostanziali legate a interventi da aggiustare, si aiuta anche l’offerta abitativa”.

Real Estate

GTRES

Cosa è stato spiegato nel dettaglio?

“Nella riunione di giovedì 4 aprile ci è stato spiegato – senza produrre un testo, ma illustrando le misure tramite slide e parole – quali sono le linee di intervento,

come intendono agire con decreto-legge per risolvere il problema delle piccole difformità interne alle abitazioni.

Quello che ci è stato illustrato a grandi linee, ma anche con qualche dettaglio, è un sistema di soluzione di questi problemi interni alle abitazioni.

Poi ci è stato detto che, con uno strumento diverso, un disegno di legge, si farebbe una cosa più ampia di riordino e di rivisitazione del Testo Unico dell’Edilizia per risolvere anche altri problemi, ma con più calma.

Questo è un po’ il contenuto dell’incontro, che ovviamente dovrà poi essere definito con un testo. Se le misure saranno come annunciato, saranno accettabili anche da chi le sta criticando sul presupposto che non siano ciò che viene raccontato”.

Questa terza riunione si è focalizzata quindi su questo tema?

“Esclusivamente su questo, salvo per esempio il mio intervento. Perché io sono intervenuto per dire che siamo d’accordo sull’impostazione, salvo rivedere il testo, ma rinnoviamo l’invito a fare misure più direttamente finalizzate ad aumentare l’offerta abitativa”.

Real Estate

GTRES

A tal proposito, quali sono le vostre proposte?

“Il principio è rafforzare la locazione privata. Ma oltre al principio ci sono le misure concrete.

Per quanto riguarda le misure fiscali: azzeramento dell’Imu per i contratti a canone concordato e applicazione in tutta Italia della cedolare secca al 10% relativa a tali locazioni. Sul piano civilistico, invece, chiediamo di dare più garanzie ai proprietari per il rientro in possesso degli immobili.

In particolare, in merito a quest’ultimo punto, sappiamo che si continua a dire che c’è offerta abitativa limitata anche perché molti proprietari o non mettono in locazione gli immobili o li danno in locazione breve. Poiché questo spesso avviene per paura di non rientrare in possesso del proprio immobile nei tempi dovuti, noi chiediamo maggiori garanzie.

Sappiamo che il problema è nella fase esecutiva, non tanto in quella giudiziaria, noi quindi proponiamo di affiancare agli ufficiali giudiziari altre figure che possano cercare di accelerare quell’operazione che spesso è lunga. Bisogna velocizzare la fase esecutiva. È necessario cambiare prospettiva e far sì che anche a livello territoriale le prefetture e i commissariati diano per scontato che gli immobili vanno liberati e forniscano sempre la forza pubblica.

Abbiamo poi sottolineato la necessità di porre rimedio a quello scandalo che vede oltre 100mila case popolari non disponibili per varie ragioni. Non è accettabile sentire polemiche contro i proprietari privati che hanno i canoni troppo alti quando le case pubbliche pagate dai contribuenti non sono a disposizione di chi ne ha diritto”.

Per quanto riguarda il tema che ha occupato la scena durante la riunione, la regolarizzazione di piccole difformità, qual è la vostra posizione?

“In linea di massima, abbiamo espresso un’opinione positiva. Se l’operazione è come è stata descritta, se l’obiettivo è accelerare, consentire di risolvere e risolvere tutti i casi di incongruenze e difformità tra situazione fisica degli appartamenti e situazione formale degli stessi, per noi è un’ottima cosa. In questo caso si tratta di aiutare a muovere e quindi a far scambiare immobili che sono sul mercato, ma che non si riescono a vendere perché ci sono delle incongruenze, spesso difformità risalenti lontano nel tempo.

Se sarà così e se ci saranno anche le altre cose che ci sono state dette, come particolari tutele per gli immobili vincolati e per certe zone, se ci sarà anche la possibilità di obbligare a fare degli interventi legati alla sicurezza o ad altro in cambio della soluzione del problema, oltre che il pagamento di denaro ai Comuni, si tratta di una cosa ragionevolissima che porterà solo benefici al mercato. Poi, se ci sarà altro, lo giudicheremo”.

Fonte: Idealista.it

Ripresa dello stock di case in locazione: +14% in un anno. Boom dell’affitto transitorio (+39%)

Continua la ripresa dello stock abitativo nel settore delle locazioni, cresciute del 3% nell’ultimo trimestre e del 14% rispetto a 12 mesi fa, quando l’emorragia di case disponibili per l’affitto toccò il punto più basso comparato ai “normali” standard del periodo pre-covid.

Nel mercato degli affitti, cresce in particolar modo l’offerta transitoria, con un aumento dell’ 8% rispetto al trimestre precedente e del 39% a livello interannuale. Sempre stando all’Ufficio Studi di idealista, il portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico, la locazione transitoria ora pesa per il 21% sul totale dell’offerta in locazione disponibile.

Il capoluogo in cui il peso dello stock transitorio impatta maggiormente sull’offerta è Venezia col 40%, seguita da Massa (37%), quindi Isernia e Verbania (entrambe a quota 31%). Solo due città, Sondrio e Teramo, non presentano alcuna presenza di locazioni temporanee. A Milano (17%) e Roma (15%) il “peso” dell’affitto transitorio sull’offerta totale è inferiore alla media nazionale del 21%.

Locazione transitoria

Sono 82 i capoluoghi in cui lo stock di affitti transitori è in rialzo, con i maggiori incrementi del periodo nei piccoli mercati, dove il fenomeno era praticamente inesistente ed è bastata la comparsa di una manciata di annunci per provocare variazioni molto marcate (,) come ne caso di Nuoro (98%), Oristano (93%), Alessandria (92%) e Gorizia (91%).

In altri 29 capoluoghi, le percentuali di aumento superano la media nazionale del 39%, con variazioni che vanno dall’89% di Avellino ed Enna (,) al 40% di Messina e Taranto. Questo trend di crescita si riscontra praticamente in tutti i principali mercati degli affitti, come dimostrano i dati di Bologna (69%), Firenze (59%), Milano (58%), Torino (33%), Napoli (28%), Venezia (18%), e Roma (17%).

D’altra parte, si registrano ribassi in 14 città, con percentuali che vanno dal più marcato -63% di Verbania e Cuneo al meno significativo -10% registrato a Barletta.

Locazione classica

La tendenza positiva della locazione “classica”, contratti 4+4, è proseguita debolmente nell’ultimo trimestre (solo 1% di incremento), con un aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023, coinvolgendo 72 delle 100 città capoluogo monitorate. Ancora una volta, sono i mercati più piccoli a mostrare le maggiori fluttuazioni nell’offerta di alloggi in affitto, come evidenziato da Belluno (86%), Gorizia (81%), Vibo Valentia e Biella (entrambe con un aumento del 76%). Tra i grandi mercati Milano (38%) e Bologna (30%) invertono la tendenza negativa degli anni precedenti, mentre Roma (-30%) e Napoli (-23%) continuano a registrale forti cali dell’offerta. La disponibilità di immobili in affitto sta diminuendo in 27 città italiane, con variazioni che spaziano dal -3% di Vicenza al calo più significativo registrato a Cuneo, che ha visto una diminuzione del 62% nell’ultimo anno.

Metodologia d’analisi

Dati raccolti e analizzati da idealista/data, la proptech di idealista che fornisce informazioni a un pubblico professionale per facilitare il processo decisionale strategico, sia in Spagna, Italia e Portogallo. Utilizza tutti i parametri del database idealista di ciascun Paese, così come altre fonti di dati pubbliche e private per offrire servizi di valutazione, investimento, acquisizione e analisi di mercato.

Cos’è l’affitto transitorio?

Il contratto di locazione transitorio, regolato dalla legge 431/1998, è un accordo impiegato per l’affitto di un immobile ad uso abitativo per un periodo di tempo limitato e per esigenze abitative temporanee non turistiche. Questo tipo di contratto di locazione è particolarmente vantaggioso per studenti universitari e lavoratori che necessitano di trascorrere un breve periodo fuori dalla loro città di residenza per motivi di studio o lavoro.

Il contratto di locazione transitorio ha una durata minima di 1 mese e massima di 18 mesi. Rispettare le tempistiche stabilite dalla legge è fondamentale per evitare di incorrere nella nullità dell’accordo, il quale va registrato solo se si superano i 30 giorni di locazione. Per redigere questo tipo di contratto di locazione, il modello da utilizzare è quello predisposto dalla Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Fonte: Idealista.it

Imposta di successione e donazioni, nuove regole dal governo

Il CDM ha approvato nuove regole in merito a donazioni e successioni

Il governo ha cambiato le regole in materia di imposte di successione e donazione. Nel decreto legislativo attuativo della riforma fiscale approvato dal Cdm, infatti, vengono introdotte norme volte alla razionalizzazione dell’imposta di registro,dell’imposta sulle successione e donazione, dell’imposta di bollo e della discipline dei trust, come annunciato dallo stesso viceministro all’Economia Maurizio Leo in conferenza stampa. Ma vediamo quali sono le novità del decreto e cosa cambia 

  1. Tassazione imposta di successione e donazione
  2. Imposta di successione e donazione, la disciplina del Trust
  3. Dichiarazione di successione precompilata
  4. Imposta di registro
  5. Imposta di bollo

Tassazione imposta di successione e donazione

Come specificato dal comunicato stampa pubblicato sul sito del governo e che illustra le novità del decreto legislativo, nel testo unico sulle successioni e donazioni vengono inserite le aliquote e le franchigie della relativa imposta. Ai fini della base imponibile,  in considerazione della più recente giurisprudenza, si esclude il “donatum” dalla perimetrazione del “relictum”, sia ai fini delle aliquote sia ai fini delle franchigie

. Inoltre, si elimina nel testo normativo il riferimento all’istituto dell’affiliazione e si chiarisce che ai fini dell’imposta sulle successioni e donazioni sono considerati parenti in linea retta anche gli affilianti e gli affiliati.

Imposta di successione e donazione, la disciplina del Trust

Per quanto riguarda i trust e le liberalità d’uso, si stabilisce che:

  • l’imposta sulle successioni e sulle donazioni viene estesa ai trasferimenti derivanti da trust;
  • l’imposta è esclusa esplicitamente per le liberalità d’uso;
  • le franchigie e le aliquote di imposta applicabili dipendono dal valore dei beni e dal rapporto di coniugio o di parentela tra disponente e beneficiario all’atto del trasferimento;
  • il versamento dell’imposta avviene in autoliquidazione da parte del beneficiario al momento del trasferimento e previa denuncia dello stesso o, in via anticipata e definitiva, da parte del disponente o del trustee al momento del conferimento dei beni o dell’apertura della successione. L’imposta è pagata a titolo definitivo e non è restituita.

Dichiarazione di successione precompilata

Arriva la dichairazione di succssione precompilata. Si prevede una semplificazione delle informazioni e della documentazione da allegare e l’obbligo dell’invio telematico entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, con eccezione per i residenti all’estero.

Inoltre, per la liquidazione dell’imposta, si supera il sistema vigente introducendo, in sede di dichiarazione, il principio di autoliquidazione analogamente a quanto già previsto per altre imposte (ipotecarie, catastali, imposta di bollo e tasse ipotecarie), con previsione del successivo controlla di regolarità ed eventuale notifica al contribuente di un avviso di liquidazione nel termine di decadenza di due anni, qualora emergesse una maggiore imposta principale. Le sanzioni saranno ridotte a un terzo se il contribuente pagherà le somme dovute entro il termine per la proposizione del ricorso.

Imposta di registro

Si interviene per implementare le procedure di gestione telematica degli adempimenti. Inoltre, si prevedono interventi di razionalizzazione, quali:

  • per gli atti di trasferimento di azienda o rami di azienda, l’applicazione di diverse aliquote per il trasferimento delle diverse tipologie di beni (mobili e immobili) che compongono il patrimonio aziendale, a condizione che l’atto o i suoi allegati riportino una ripartizione del corrispettivo tra le diverse tipologie di beni. In assenza di tale ripartizione si applica l’aliquota unica più elevata;
  • nelle divisioni ereditarie, al fine di stabilire la massa comune, si tiene conto anche del valore dei beni donati in vita dal defunto ai soggetti tenuti alla collazione (eredi legittimi), ma tali beni non sono soggetti all’imposta di registro in sede di divisione;
  • per i provvedimenti di condanna dell’autorità giudiziaria, compresi i decreti ingiuntivi, l’Agenzia delle entrate procede alla preventiva escussione nei confronti della parte condannata al pagamento delle spese o del debitore nei cui confronti il decreto ingiuntivo è divenuto esecutivo. Con riferimento agli atti giudiziari di condanna al pagamento di somme di denaro, si prevede che l’Agenzia, dopo aver registrato il provvedimento, a prescindere dal pagamento dell’imposta, provveda direttamente alla riscossione dell’imposta di registro;
  • i contratti che trasferiscono diritti edificatori comunque denominati vengono ricondotti alla categoria di quelli aventi per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale non altrove indicati, per i quali si applicano l’imposta di registro con aliquota del 3 per cento e le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa pari a 200 euro;
  • per i contratti preliminari si passa dalle aliquote differenziate a un’aliquota unica dello 0,5% sia in caso di caparre confirmatorie che di acconti, non superiore all’imposta di registro che sarebbe dovuta per il contratto definitivo.

In merito alla liquidazione dell’imposta di registro, si prevede l’autoliquidazione per tutti gli atti prodotti per la registrazione e la liquidazione da parte dell’ufficio per gli atti giudiziari e per quelli per i quali è prevista la registrazione a debito. Anche per tale imposta è previsto un successivo controllo formale e, allorché dai controlli emerga una maggiore imposta principale, l’Ufficio notifica al contribuente un avviso di liquidazione, con sanzioni ridotte a un terzo se il contribuente paga le somme dovute entro il termine per la proposizione del ricorso. Resta fermo il potere di rettifica del valore dichiarato e di liquidazione d’ufficio dell’imposta complementare.

Imposta di bollo

Nel nuovo decreto legislativo, introduce una modalità semplificata di pagamento dell’imposta di bollo, con il versamento mediante modello F24 nel termine previsto per la registrazione dell’atto. Resta ferma la possibilità, per i documenti analogici presentati per la registrazione in originale all’ufficio dell’Agenzia delle entrate, di continuare ad assolvere l’imposta di bollo mediante contrassegno telematico. Si dispone l’accorpamento dell’imposta di bollo con i diritti riscossi dagli uffici consolari e si prevede che gli atti adottati o ricevuti dagli uffici diplomatici e consolari non sono assoggettati ad imposta di bollo.

Fonte: Idealista.it

Affitti in aumento del 5,3% nel I trim 2024; +13,9% in un anno. Scopri i canoni nella tua città

I costi degli affitti in Italia hanno mostrato una nuova crescita del 5,3% nel corso del primo trimestre del 2024, secondo l’ultimo report pubblicato da idealista, il portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia. Questo incremento ha portato il prezzo medio al metro quadrato a 13,2 euro mensili. Inoltre, si è registrato un notevole aumento del 13,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “il trend di crescita dei prezzi delle case in affitto ha continuato a mostrare un notevole slancio nel primo trimestre di quest’anno, soprattutto nei mercati chiave del centro-sud.  Questo è attribuibile ad una domanda locativa particolarmente vivace, alimentata dalla crescente difficoltà nell’acquistare una casa, considerando ancora elevati i tassi di interesse e i prezzi delle abitazioni. Infatti, nonostante l’ aumento dell’offerta di case in affitto, la domanda continua a superare l’offerta nel corso del 2024. Tuttavia, si stanno manifestando segnali iniziali di un riallineamento tra domanda, offerta e prezzi in alcune delle città di punta di questo mercato, come Milano e Torino. Questo suggerisce una natura diversificata e fluida del mercato degli affitti in tutto il Paese e potrebbe anticipare una minore tensione sui prezzi nella seconda metà dell’anno in corso”.

Capoluoghi
Nei centri urbani, si osserva una netta prevalenza di mercati in ascesa, trainati dagli aumenti registrati a Treviso (11%), Roma (8,8%), Bergamo (7,9%), Palermo (7,5%) e Napoli (7,3%). Le variazioni positive vanno dal 7% di Salerno fino allo 0,1% di Cosenza coinvolgendo 59 degli 86 capoluoghi monitorati. Solo Cremona e Cesena mantengono prezzi stabili rispetto a tre mesi fa. Al contrario, si registra un calo in 27 capoluoghi, con i tassi di decremento più accentuati ad Agrigento (-8,2%), Sassari (-7,9%) e Avellino (-5,3%).

Tra i principali mercati urbani italiani, oltre alle già menzionate performance in forte rialzo di Roma e Napoli, si registrano incrementi significativi anche a Torino (4,6%) e Bologna (3,4%), mentre Milano (1,7%) e Firenze (1,6%) segnano rimbalzi più contenuti se si prende come riferimento l’incremento medio dei canoni (5,3%) registrato a livello generale.

Milano si conferma come la città con gli affitti più costosi, con un prezzo medio di 23,3 euro al metro quadrato, seguita da Firenze (20,7 euro/m²), Bologna (17,2 euro/m²) e Venezia (17 euro/m²). Nella top 10 della classifica dei canoni di affitto figurano anche Roma (16,1 euro/m²) e Napoli (14,7 euro/m²), rispettivamente settima e ottava nella graduatoria dei prezzi delle locazioni. Per quanto riguarda le città più convenienti, Caltanissetta si distingue con un costo medio di 4,9 euro al metro quadrato, seguita da Vibo Valentia (5 euro/m²) e Reggio Calabria (5,4 euro/m²).

Province
Anche nei mercati provinciali si evidenzia una chiara tendenza al rialzo, con 49 aree che registrano un aumento rispetto alle 19 in diminuzione riscontrate durante i mesi invernali. Inoltre, si osservano forti oscillazioni dei prezzi, come evidenziato dalle variazioni a doppia cifra di Livorno (44,3%), Isernia (12,1%), Catanzaro (11,1%), Padova (10,7%) e Lucca (10,6%). Tuttavia, si segnalano anche cali altrettanto significativi nelle province di Fermo (-27,1%) e Crotone (-13,3%).

Per quanto riguarda i prezzi, Lucca diventa la provincia con le richieste più alte da parte dei proprietari di immobili da locare, con un prezzo medio di 29,8 euro al metro quadrato, seguita da Belluno (27,5 euro/m²) e Milano (22,1 euro/m²). D’altra parte, le zone provinciali più convenienti per gli affittuari includono Enna (5 euro/m²), Caltanissetta (5,1 euro/m²) e Avellino (5,5 euro/m²).

Regioni
Nel corso del trimestre, si osserva un trend al rialzo che coinvolge 15 regioni italiane, trainate dagli incrementi significativi registrati nel Lazio (8,9%), nel Molise (7,7%), nel Veneto (7,2%) e nell’Emilia-Romagna (7%). Queste variazioni superano la media degli aumenti generali del trimestre, che è stata del 5,3% in Italia. Inoltre, si registrano aumenti superiori alla media anche in Campania (6,7%), Friuli-Venezia Giulia (6,4%) e Toscana (5,7%).

Al contrario, nel medesimo periodo, si evidenziano cali nelle regioni della Basilicata (-3,4%), delle Marche (-1,8%), del Trentino-Alto Adige (-0,8%) e del Piemonte (-0,4%). L’Umbria, invece, mantiene stabili i prezzi rispetto ai tre mesi precedenti.

La Valle d’Aosta emerge come la regione con i canoni di affitto più elevati in Italia, con una media di 20 euro al metro quadrato, seguita dalla Lombardia (18,5 euro/m²) e dalla Toscana (17,2 euro/m²). Anche l’Emilia-Romagna (14,2 euro/m²) e il Trentino-Alto Adige (13,9 euro/m²) superano la media nazionale di 13,2 euro al metro quadrato. Il Lazio (13,2 euro/m²) si mantiene in linea con la media nazionale. Tutte le altre regioni presentano valori compresi tra i 12 euro mensili della Liguria e i 6,6 euro del Molise, che si conferma come l’area più economica per gli affitti immobiliari in Italia.

L’indice dei prezzi degli immobili idealista

Per la realizzazione dell’indice dei prezzi degli immobili di idealista vengono analizzati i prezzi di offerta basati sui metri quadri costruiti (a corpo) pubblicati dagli inserzionisti della piattaforma. Le inserzioni atipiche e le inserzioni con prezzi fuori mercato vengono eliminate dalle statistiche. Includiamo la tipologia di case unifamiliari (ville) e scartiamo immobili di qualsiasi tipologia che non hanno ottenuto interazioni da parte degli utenti per molto tempo. I dati finali vengono generati utilizzando la mediana di tutte le inserzioni valide in ciascun mercato.

Fonte: Idealista.it

Aumenta il valore di casa tua con cinque semplici interventi

Rinnovare una casa può arrivare ad far rivalutare il suo prezzo di almeno il 20%. Ma quali sono i migliori interventi che si possono fare in casa per accrescerne il valore e venderla meglio? Dalla pittura dei muri al cambio dei pavimenti, dal rinnovo dei mobili al miglioramento dell’impianto elettrico, praticamente qualsiasi intervento è utile a migliorare il valore della casa. In questo articolo ti proponiamo cinque opzioni interessanti e ti forniamo un’idea dei costi approssimativi.

  1. Scegliere gli open space può aumentare il prezzo di vendita fino al 30%
  2. Rinnovare la cucina (anche parzialmente) aumenterà il prezzo del 6-7%
  3. Cambiare le finestre è uno degli investimenti migliori
  4. Rinnova il bagno e aumenta il valore della tua casa del 5%
  5. Aggiungi una colonnina di ricarica elettrica e aumenta il valore della tua casa di 5.000 euro

Scegliere gli open space può aumentare il prezzo di vendita fino al 30%

cucina aperta

Cocina abierta reformada de un pisoCC BY-NC-ND 4.0 DEED

Aprire gli spazi in modo che sembrino più ampi, ariosi e luminosi è fondamentale se vuoi aumentare il valore di un appartamento; ancora di più se non ha molti metri quadrati. Abbattere una parete per ottenere una zona giorno aperta (con il rifacimento del pavimento incluso) può costare circa 3.500€, ma in combinazione con altre migliorie farà crescere il prezzo della tua casa fino al 30% a seconda della città.

Rinnovare la cucina (anche parzialmente) aumenterà il prezzo del 6-7%

La ristrutturazione completa di una cucina di dimensioni medie può costare circa 10.000-12.000€, ma probabilmente è l’investimento più redditizio (e certamente il più comune) perché oltre a lasciarla come nuova ne aumenterà la superficie utile. Inoltre, avere una cucina e una sala da pranzo open space è di moda e risulta attraente per potenziali acquirenti. Se non vuoi fare una trasformazione completa, puoi, come accennato in precedenza, abbattere qualche parete (che ti costerà circa 3.500€), rinnovare le porte degli armadi o installare un nuovo piano cottura (uno lungo due metri può costare 800-1.000€).

Cambiare le finestre è uno degli investimenti migliori

In un appartamento di circa 90 m2 e tre camere da letto, il costo del cambio finestre si aggira intorno ai 10.000€, anche se ci sono aiuti governativi che ridurranno il prezzo. È vero che l’investimento non è economico, ma nel medio termine può essere ammortizzato semplicemente con il risparmio energetico che comporterà (oltre al fatto che una casa con finestre nuove ed efficienti si vende molto meglio). Se puoi, opta per un tipo di telaio sottile perché è più estetico e lascia entrare più luce naturale, cosa che piace sempre molto ai potenziali acquirenti.

Bagno

Wikimedia commons

Rinnova il bagno e aumenta il valore della tua casa del 5%

Anche rinnovare un bagno di circa 6 m2 può costare circa 8.000-9.000€, ma il prezzo della casa aumenterà almeno del 5%. Se il budget a tua disposizione non è sufficiente per una ristrutturazione completa del bagno, opta per un miglioramento cambiando la vasca con un piatto doccia (circa 1.700€) o installando nuovi rubinetti o un mobile lavabo nuovo, che aumenterà anche il prezzo di vendita.

Aggiungi una colonnina di ricarica elettrica e aumenta il valore della tua casa di 5.000 euro

colonnina

Pexels

Anche il prezzo medio di una colonnina di ricarica (installazione inclusa) può aggirarsi intorno ai 1.500-2.000€ (e può avvalersi del bonus colonnine 2024). Una stazione di ricarica domestica è un’idea che risulta attraente per molti acquirenti per motivi a volte un po’ intangibili, come ad esempio far percepire la casa come più moderna o rispettosa dell’ambiente. La scelta più conveniente è installare un Wallbox, che è più sicuro e potente per ricaricare un veicolo rispetto a un caricabatterie normale. In paesi come il Regno Unito, dove l’uso dell’auto elettrica è molto diffuso, secondo la National Association of Property Buyers aggiungere un punto di ricarica per un’auto elettrica può aumentare il valore di una casa fino a 6.000€.

Fonte: Idealista.it

Salvini e il condono edilizio: le ultime notizie sul Piano Casa 2025

Matteo Salvini torna alla carica sul condono edilizio (già paventato a settembre 2023), con lo scopo non solo di dare la possibilità ai cittadini di regolarizzare le situazioni che non seguono la norma, ma anche finanziare la prossima legge di Bilancio. Questa opportunità è particolarmente interessante in quanto la sanatoria sarebbe indirizzata proprio a sanare le centinaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che si sono accumulate nel nostro Paese. Oltre a reperire nuovi fondi da far confluire nelle casse dello Stato, l’obiettivo è anche quello di sbloccare la situazione di milioni di immobili che potrebbero essere immessi nel mercato italiano.

  1. Quando esce il nuovo condono edilizio?
  2. Che cosa è un condono edilizio?
  3. I casi precedenti di condono edilizio

Quando esce il nuovo condono edilizio?

Matteo Salvini, oggi ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha parlato a più riprese della sua proposta di condono edilizio che rientrerebbe nel cosiddetto Piano Casa per il 2025. La data non è ancora certa, ma intanto il Ministero ha fatto sapere di essere al lavoro per un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, in risposta alle richiesta pervenute dalle Amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio.

Il leader della Lega propone un piano per rivitalizzare il mercato immobiliare, concentrando gli sforzi sulla liberazione di immobili attualmente inutilizzati a causa di lievi irregolarità burocratiche o costruttive. L’obiettivo è incrementare l’offerta di case e appartamenti disponibili, soprattutto nelle aree metropolitane dove la discrepanza tra domanda e offerta ha portato a prezzi proibitivi. 

Si tratta quindi di una proposta che riguarda un condono edilizio di dimensioni limitate, mirato a rilanciare il mercato immobiliare. Questa misura permetterebbe di regolarizzare abitazioni con irregolarità minori, facilitando la vendita e l’affitto di milioni di immobili in Italia.

La proposta di condono edilizio avanzata da Matteo Salvini mira a indirizzare specificamente le difformità di natura formale e sostanziale nel contesto edilizio. Queste includono: 

  • difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente;
  •  difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche;
  • cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee;
  • difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conformità” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo.

Salvini intende quindi offrire una soluzione per quelle situazioni edilizie che, pur presentando irregolarità minori, si trovano in una condizione di stallo legale a causa dell’evoluzione normativa e interpretativa.

L’idea è che, sanando queste piccole irregolarità, si potrebbe aumentare l’offerta di case sul mercato, inducendo una riduzione dei prezzi di vendita e affitto, a vantaggio di coloro che sono alle prese con alti tassi sui mutui. Sebbene il leader della Lega avesse già discusso di iniziative simili in precedenza, la parola “condono” non era stata esplicitamente usata, probabilmente per evitare le critiche delle opposizioni. 

condono edilizio salvini

canva.com

Che cosa è un condono edilizio?

Il condono edilizio è una misura legale adottata dallo Stato che consente la regolarizzazione di opere edilizie realizzate senza il rispetto delle norme urbanistiche vigenti al momento della costruzione. 

Attraverso il condono, viene offerta l’opportunità ai proprietari di immobili irregolari di evitare sanzioni più severe, tra cui: 

  • sanzioni amministrative: le autorità locali possono imporre multe pecuniarie ai proprietari degli immobili per le costruzioni realizzate senza i necessari permessi. L’importo della multa dipende dalla gravità dell’infrazione e dall’entità della deviazione dalla normativa urbanistica; 
  • ordine di demolizione: in casi di gravi violazioni, le autorità possono emettere un ordine di demolizione dell’opera abusiva. Questo comporta la distruzione totale o parziale dell’edificio o della struttura realizzata in violazione delle leggi edilizie; 
  • sanzioni penali: soprattutto quando l’abusivismo edilizio comporta rischi per la sicurezza pubblica o violazioni significative, possono essere avviate azioni penali contro i responsabili, che possono portare a condanne che includono la reclusione; 
  • blocco di vendita o ipoteca: gli immobili abusivi possono essere sottoposti a vincoli che ne impediscono la vendita o l’ipoteca, limitando significativamente le possibilità di trasferimento di proprietà o di utilizzo dell’immobile come garanzia per ottenere finanziamenti. 

Il condono ha lo scopo di integrare nel tessuto urbano costruzioni altrimenti illegali, cercando di risolvere problemi legati alla sicurezza, alla pianificazione territoriale e alla fiscalità.

In Italia, il condono edilizio è stato applicato in diverse occasioni nel corso degli anni, generando dibattiti riguardanti l’efficacia della politica urbanistica e la gestione del territorio, nonché le implicazioni etiche legate alla regolarizzazione di attività illegali.

condono edilizio salvini

canva.com

I casi precedenti di condono edilizio

La proposta avanzata da Matteo Salvini sul condono edilizio non è una novità. In Italia, i condoni edilizi sono stati strumenti frequentemente utilizzati per sanare violazioni urbanistiche e edilizie. Negli ultimi decenni, si sono susseguiti diversi provvedimenti di condono che hanno interessato milioni di immobili su tutto il territorio nazionale.

  • Condono edilizio del 1985: con la legge n. 47 del 28 febbraio 1985, l’Italia ha introdotto un importante condono che ha permesso la regolarizzazione di molte costruzioni abusive realizzate prima del marzo 1985. Questa legge ha avuto un impatto significativo, soprattutto nelle regioni meridionali e nelle aree costiere, dove l’abusivismo edilizio era più diffuso.
  • Condono edilizio del 1994: la legge n. 724 del 23 dicembre 1994 ha introdotto un ulteriore condono per le costruzioni abusive realizzate fino al settembre 1994. Questa misura è stata attuata per affrontare il persistente problema dell’abusivismo edilizio e ha riguardato un numero elevato di immobili.
  • Condono edilizio del 2003: con la legge n. 326 del 24 novembre 2003, il governo italiano ha varato un altro condono edilizio, che ha consentito la sanatoria di opere edificate irregolarmente fino al 31 marzo 2003. Questo condono ha incluso non solo violazioni relative alla costruzione di nuovi edifici ma anche modifiche non autorizzate su edifici esistenti.

Sebbene il condono edilizio offra una soluzione temporanea per regolarizzare gli abusi, il suo impiego solleva questioni etiche e pratiche riguardo alla gestione del territorio e alla prevenzione dell’abusivismo edilizio.

Fonte: Idealista.it

Incremento dello 0,6% dei prezzi delle case nel I trim 2024. Scopri i valori nella tua città

Il prezzo medio delle abitazioni in Italia è di 1.850 euro/m2

Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Studi di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia, i prezzi delle case esistenti nel nostro Paese sono aumentati dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Questo incremento ha portato il valore medio nazionale delle abitazioni a 1.850 euro al metro quadro, con una crescita del 2% rispetto all’anno precedente.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, “nonostante ci sia stato un calo nei volumi delle compravendite nel settore residenziale, con un tasso di variazione annuo registrato del -9,7%, i prezzi delle case sono aumentati. Questo aumento può essere spiegato dalla diminuzione continua del numero di case disponibili sul mercato. Questo squilibrio tra domanda e offerta ha compensato fattori come i tassi di interesse più alti. Ciò aiuta a comprendere perché i valori immobiliari in Italia rimangono rigidi, non aumentando in linea con l’inflazione, ma allo stesso tempo non diminuendo come ci si aspetterebbe in un mercato in cui i mutui sono meno accessibili”.

Capoluoghi

Il rapporto mostra che i prezzi stanno aumentando su base trimestrale in 67 dei 106 mercati.
Anche i grandi capoluoghi italiani registrano un andamento tendenzialmente positivo, come evidenziato dalle performance di Napoli (2,6%), Torino (0,7%) e Roma (0,1%), mentre Milano è rimasta stabile dopo i mesi invernali.

 Tra gli altri principali mercati Belluno e Vercelli spiccano al top degli incrementi trimestrali, rispettivamente con l’8,4% e il 5,4%, seguite da Trieste ed Aosta (entrambe 4,6%). Sul lato opposto, i maggiori indici di ribasso dei mesi invernali spettano a Cuneo (-7,8 %), Oristano (-5,7%) e Macerata (-5,1%).

Milano (4.988 euro/m2) resta in cima alla classifica dei prezzi davanti a Bolzano (4.477 euro/m2), Venezia (4.466 euro/m2) e Firenze (4.006 euro/m2). Nel ranking delle città più care Bologna (3.452 euro/m2) occupa il quinto posto, davanti a Roma (3.021 euro/m2); Napoli (2.823 euro/m2)   è nona nella graduatoria dei prezzi al metro quadro delle abitazioni. Da questo trimestre Caltanissetta (732 euro/m2) diventa la città più economica dove acquistare casa, seguita da Biella (750 euro/m2) e Ragusa (750 euro/m2).

Regioni

Solo due regioni segnano dei cali questo trimestre: Molise (-0,7%) e Friuli-Venezia Giulia (-0,1%).
Puglia e Calabria registrano prezzi invariati rispetto al periodo autunnale, mentre aumenti si segnalano in tutte le altre macroaree, trainate dai rialzi di Valle d’Aosta (4,1%), Veneto (2,9%) e Trentino-Alto Adige (2,5%). Altre 7 regioni segnano incrementi sopra la media dello 0,6% dei mesi invernali. Sono: Marche (1,5%), Campania (1,2%), Sicilia (0,9%), Emilia-Romagna (0,8%), Basilicata (0,8%), Sardegna e Lombardia (entrambe 0,7%).

Il Trentino-Alto Adige (3.101 euro/m2) è la regione italiana con i prezzi più elevati, seguita da Valle d’Aosta (2.705 euro/m2), Liguria (2.499 euro/m2) e Toscana (2.335 euro/m2). Anche Lombardia (2.188 euro/m2) e Lazio (2.132 euro/m2) fanno rilevare valori superiori alla media di 1.850 euro/m2 a livello nazionale. Si collocano sotto questa soglia 14 regioni, con prezzi compresi tra i 1.849 euro dell’Emilia-Romagna e gli 893 euro del Molise, la regione più economica dove comprare casa.

Province

Variazioni positive hanno riguardato 68 mercati provinciali su 107, con i maggiori rialzi a Belluno (7,8%), Aosta (4,1%) e Trento (3,9%). Di contro, gli indici di ribasso più marcati spettano alla provincia di Oristano (-4,2%), seguita da Rieti, Rimini e Terni (tutte -1,9%).

Bolzano (4.461 euro/m2) guida nettamente il ranking provinciale dei prezzi al metro quadro davanti a Milano (3.430 euro/m2), Lucca (3.111 euro/m2) e Savona (3.066 euro/m2). All’opposto della graduatoria troviamo Biella (632 euro/m2), Isernia (666 euro/m2) e Caltanissetta (673 euro/m2).

L’indice dei valori immobiliari di idealista

A partire dal rapporto relativo al secondo trimestre del 2022, abbiamo aggiornato la metodologia di calcolo per la determinazione del prezzo delle abitazioni rimuovendo gli annunci di aste dal campione storico di idealista (da gennaio 2012 ad oggi).  

Tale approccio permette di minimizzare le distorsioni statistiche derivanti dai prezzi di questi annunci, che non rispecchiano l’effettiva richiesta del proprietario, ma il prezzo di base d’asta (prezzo inferiore al suo valore), e garantisce la massima accuratezza del nostro report.

Dal 2021 abbiamo osservato una presenza crescente di annunci di aste sul portale, soprattutto nelle aree urbane, da qui la scelta di intervenire per rimuovere gli annunci prima di procedere al calcolo per minimizzare le distorsioni del campione e far sì che le serie di prezzi generate siano più stabili e rappresentino al meglio i prezzi di offerta.

Nel 2019 idealista aveva introdotto una nuova metodologia di calcolo tesa a rendere la nostra analisi dell’evoluzione dei prezzi, specialmente in aree di piccole dimensioni, ancora più robusta che in passato. Per evitare salti nella nostra serie, i dati dal 2007 erano stati ricalcolati con la nuova metodologia.

Su raccomandazione del team statistico di idealista/data, divisione specializzata nella gestione di grandi volumi di informazioni e nel data modeling, avevamo aggiornato la formula per indicare il prezzo medio con maggiore certezza: oltre a eliminare gli annunci atipici e con i prezzi fuori mercato, si calcola il valore mediano invece del valore medio. Con questo cambiamento, oltre ad affinare ulteriormente il nostro indice rendendolo più rispondente alla realtà del mercato, omologhiamo la nostra metodologia a quelle applicate in altri Paesi per ottenere dati immobiliari.

Tra le tipologie immobiliari che compongono il campione da analizzare, vengono incluse le case unifamiliari (viletta o chalet), mentre sono esclusi gli immobili, di qualsiasi tipo, che sono rimaste nel nostro database senza ottenere interazioni utente per molto tempo. Inoltre, a partire da questo mese sono state scartate anche le aste. Il rapporto è sempre basato sui prezzi di offerta pubblicati dagli inserzionisti di idealista.

Fonte: Idealista.it

Quante case si affittano in Italia? I dati dell’OMI

Secondo i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, nel IV trimestre del 2023 sono state locate 241.784 abitazioni, in calo rispetto al III trimestre del 2022, del 4,6% . Di queste il 68% riguarda residenze ubicate in comuni ad alta tensione abitativa dove la flessione, del 5,3%, risulta lievemente superiore a quella complessiva. Il canone annuale riferito alle abitazioni con locazione registrata nel IV trimestre 2023 ammonta ad oltre 1,6 miliardi di euro in aumento dello 0,9%.

Dal 2016, il numero di abitazioni locate ha evidenziato una crescita nel periodo precedente l’evento pandemico del 2020 più accentuato nel biennio 2018 e 2019. Alla forte contrazione del 2020 è seguito un recupero nel 2021 e una fase di lieve calo e stabilità nel 2022. Nel 2023, dopo un primo rialzo osservato ad inizio anno, il numero di abitazioni locate torna a scendere nei trimestri successivi.

Con riferimento alla tendenza, si evidenzia un’evoluzione piuttosto simile tra i diversi segmenti caratterizzata essenzialmente da una fase che precede e una successiva alla pandemia. Ciascun segmento mostra, però, talune peculiarità che possono ricondursi ad un trend di stabilità e calo per le locazioni con contratti ordinari di lungo periodo (ORD_L), una tendenza alla crescita, seppur moderata, per i segmenti dell’ordinario transitorio (ORD_T). Il mercato delle locazioni per studenti esibisce una crescita molto accentuata che, se si fa eccezione per l’anno 2020, caratterizza tutto il periodo.

Le locazioni di lungo periodo

Le abitazioni locate nel segmento ordinario di lungo periodo nel IV trimestre del 2023 sono state circa 109 mila in diminuzione del 7,6%, rispetto al IV trimestre del 2022. Nei comuni ad alta tensione abitativa., che per questo segmento rappresentano il 56% del totale delle abitazioni locate, il calo è più elevato di circa un punto percentuale.

Il totale dei canoni annuali per le abitazioni del segmento locate nel IV trimestre 2023 ammonta a circa 741 milioni di euro in diminuzione dello 0,7%, mentre nei comuni ad alta tensione il dato è rimasto quasi stabile (-0,2%) rispetto a una quota che rappresenta circa il 67% del canone complessivo di questo segmento.

Le locazioni annue

Agenzie delle Entrate

Le locazioni transitorie

Nel segmento ordinario transitorio nel IV trimestre del 2023 rispetto all’omologo trimestre del 2022, si registra una sostanziale stabilità in termini unità locate (-0,1%) a fronte di una significativa crescita dei valori monetari (+6,7%)

Il totale dei canoni annuali ammonta a circa 345 milioni di euro. Più del 60% degli alloggi locati nel segmento è ubicato in comuni ad alta tensione abitativa dove i rialzi del numero di residenze concesse in locazione e del canone annuo esibiscono un rialzo essenzialmente in linea con quello osservato per il complesso dei comuni

le locazioni transitorie

Fonte: Idealista.it