Salvini e il condono edilizio: le ultime notizie sul Piano Casa 2025

Matteo Salvini torna alla carica sul condono edilizio (già paventato a settembre 2023), con lo scopo non solo di dare la possibilità ai cittadini di regolarizzare le situazioni che non seguono la norma, ma anche finanziare la prossima legge di Bilancio. Questa opportunità è particolarmente interessante in quanto la sanatoria sarebbe indirizzata proprio a sanare le centinaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che si sono accumulate nel nostro Paese. Oltre a reperire nuovi fondi da far confluire nelle casse dello Stato, l’obiettivo è anche quello di sbloccare la situazione di milioni di immobili che potrebbero essere immessi nel mercato italiano.

  1. Quando esce il nuovo condono edilizio?
  2. Che cosa è un condono edilizio?
  3. I casi precedenti di condono edilizio

Quando esce il nuovo condono edilizio?

Matteo Salvini, oggi ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha parlato a più riprese della sua proposta di condono edilizio che rientrerebbe nel cosiddetto Piano Casa per il 2025. La data non è ancora certa, ma intanto il Ministero ha fatto sapere di essere al lavoro per un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, in risposta alle richiesta pervenute dalle Amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio.

Il leader della Lega propone un piano per rivitalizzare il mercato immobiliare, concentrando gli sforzi sulla liberazione di immobili attualmente inutilizzati a causa di lievi irregolarità burocratiche o costruttive. L’obiettivo è incrementare l’offerta di case e appartamenti disponibili, soprattutto nelle aree metropolitane dove la discrepanza tra domanda e offerta ha portato a prezzi proibitivi. 

Si tratta quindi di una proposta che riguarda un condono edilizio di dimensioni limitate, mirato a rilanciare il mercato immobiliare. Questa misura permetterebbe di regolarizzare abitazioni con irregolarità minori, facilitando la vendita e l’affitto di milioni di immobili in Italia.

La proposta di condono edilizio avanzata da Matteo Salvini mira a indirizzare specificamente le difformità di natura formale e sostanziale nel contesto edilizio. Queste includono: 

  • difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente;
  •  difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche;
  • cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee;
  • difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conformità” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo.

Salvini intende quindi offrire una soluzione per quelle situazioni edilizie che, pur presentando irregolarità minori, si trovano in una condizione di stallo legale a causa dell’evoluzione normativa e interpretativa.

L’idea è che, sanando queste piccole irregolarità, si potrebbe aumentare l’offerta di case sul mercato, inducendo una riduzione dei prezzi di vendita e affitto, a vantaggio di coloro che sono alle prese con alti tassi sui mutui. Sebbene il leader della Lega avesse già discusso di iniziative simili in precedenza, la parola “condono” non era stata esplicitamente usata, probabilmente per evitare le critiche delle opposizioni. 

condono edilizio salvini

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Che cosa è un condono edilizio?

Il condono edilizio è una misura legale adottata dallo Stato che consente la regolarizzazione di opere edilizie realizzate senza il rispetto delle norme urbanistiche vigenti al momento della costruzione. 

Attraverso il condono, viene offerta l’opportunità ai proprietari di immobili irregolari di evitare sanzioni più severe, tra cui: 

  • sanzioni amministrative: le autorità locali possono imporre multe pecuniarie ai proprietari degli immobili per le costruzioni realizzate senza i necessari permessi. L’importo della multa dipende dalla gravità dell’infrazione e dall’entità della deviazione dalla normativa urbanistica; 
  • ordine di demolizione: in casi di gravi violazioni, le autorità possono emettere un ordine di demolizione dell’opera abusiva. Questo comporta la distruzione totale o parziale dell’edificio o della struttura realizzata in violazione delle leggi edilizie; 
  • sanzioni penali: soprattutto quando l’abusivismo edilizio comporta rischi per la sicurezza pubblica o violazioni significative, possono essere avviate azioni penali contro i responsabili, che possono portare a condanne che includono la reclusione; 
  • blocco di vendita o ipoteca: gli immobili abusivi possono essere sottoposti a vincoli che ne impediscono la vendita o l’ipoteca, limitando significativamente le possibilità di trasferimento di proprietà o di utilizzo dell’immobile come garanzia per ottenere finanziamenti. 

Il condono ha lo scopo di integrare nel tessuto urbano costruzioni altrimenti illegali, cercando di risolvere problemi legati alla sicurezza, alla pianificazione territoriale e alla fiscalità.

In Italia, il condono edilizio è stato applicato in diverse occasioni nel corso degli anni, generando dibattiti riguardanti l’efficacia della politica urbanistica e la gestione del territorio, nonché le implicazioni etiche legate alla regolarizzazione di attività illegali.

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I casi precedenti di condono edilizio

La proposta avanzata da Matteo Salvini sul condono edilizio non è una novità. In Italia, i condoni edilizi sono stati strumenti frequentemente utilizzati per sanare violazioni urbanistiche e edilizie. Negli ultimi decenni, si sono susseguiti diversi provvedimenti di condono che hanno interessato milioni di immobili su tutto il territorio nazionale.

  • Condono edilizio del 1985: con la legge n. 47 del 28 febbraio 1985, l’Italia ha introdotto un importante condono che ha permesso la regolarizzazione di molte costruzioni abusive realizzate prima del marzo 1985. Questa legge ha avuto un impatto significativo, soprattutto nelle regioni meridionali e nelle aree costiere, dove l’abusivismo edilizio era più diffuso.
  • Condono edilizio del 1994: la legge n. 724 del 23 dicembre 1994 ha introdotto un ulteriore condono per le costruzioni abusive realizzate fino al settembre 1994. Questa misura è stata attuata per affrontare il persistente problema dell’abusivismo edilizio e ha riguardato un numero elevato di immobili.
  • Condono edilizio del 2003: con la legge n. 326 del 24 novembre 2003, il governo italiano ha varato un altro condono edilizio, che ha consentito la sanatoria di opere edificate irregolarmente fino al 31 marzo 2003. Questo condono ha incluso non solo violazioni relative alla costruzione di nuovi edifici ma anche modifiche non autorizzate su edifici esistenti.

Sebbene il condono edilizio offra una soluzione temporanea per regolarizzare gli abusi, il suo impiego solleva questioni etiche e pratiche riguardo alla gestione del territorio e alla prevenzione dell’abusivismo edilizio.

Fonte: Idealista.it

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