L’Italia è il Paese europeo migliore per comprare o affittare casa

Lo dice uno studio del portale olandese 123Jaloezie

Quando si cambia casa, si può decidere di cambiare non solo abitazione, ma anche Paese. Non è poi così raro scegliere un altro Paese europeo per stabilire la propria residenza; uno studio condotto dal portale olandese 123Jaloezie ha analizzato i luoghi più attraenti d’Europa per cercare casa in acquisto e in affitto. Scoprendo che la nazione più gettonata è proprio l’Italia.

  1. L’Italia, Paese più gettonato in Europa
  2. Le prime tre nazioni europee migliori per comprare casa
  3. Le nazioni meno desiderabili per comprare e affittare casa
  4. Metodologia

L’Italia, Paese più gettonato in Europa

Esaminando l’accessibilità economica degli immobili in ciascun paese dell’Unione Europea, come sono aumentati i prezzi di acquisto e affitto dal 2015 e il numero di ricerche immobiliari nell’ultimo anno, lo studio condotto da 123Jaloezie ha stilato un ranking delle zone più gettonate dal punto di vista immobiliare in Europa.

In vetta come zona più popolare per gli investimenti immobiliari in Europa c’è l’Italia; il nostro Paese ha registrato la più bassa crescita dei prezzi delle case dal 2015, pari al 6,90%, e un aumento medio molto basso degli affitti, solo del 2,60%. In Italia sono state effettuate oltre 968.000 ricerche immobiliari negli ultimi 12 mesi, indicando una crescente domanda di proprietà nel paese.

L’Ungheria è stata invece indicata come il paese meno desiderabile in Europa per chi intende acquistare o affittare una casa. L’Ungheria ha registrato un aumento incredibilmente elevato nei prezzi delle proprietà, che si sono più che raddoppiati in media dal 2015. Inoltre, ci sono relativamente poche ricerche immobiliari incentrate sull’Ungheria, con soli 58.900 nelle ultime dodici mesi.

Ecco il ranking delle prime cinque posizioni:

Le prime tre nazioni europee migliori per comprare casa

In particolare, sul podio delle migliori località europee per comprare o affittare casa troviamo le seguenti:

  1. Italia: Punteggio Hotspot immobiliare: 8,81
    L’Italia ha il punteggio Hotspot immobiliare più alto secondo la ricerca con un punteggio di 8,81, il che la rende un luogo desiderabile per le persone in cerca di una nuova casa in Europa. Il nostro Paese ha registrato aumenti medi molto bassi dei prezzi degli affitti e degli immobili dal 2015, rispettivamente al 2,60% e al 6,90%. L’Italia ha ricevuto più di 968.000 ricerche immobiliari negli ultimi 12 mesi, indicando un forte interesse da parte del pubblico.
  2. Spagna: Punteggio Hotspot immobiliare: 8,71
    La Spagna ha il secondo punteggio Hotspot immobiliare più alto nell’Unione Europea con 8,71 su 10. La Spagna ha attirato più di 100 milioni di turisti in visita nel 2022 e ha visto il più alto numero di ricerche relative al settore immobiliare pari a oltre 1,1 milioni. Il paese ha anche beneficiato di un modesto aumento degli affitti, pari al 6,37% dal 2015.
  3. Francia: Punteggio Hotspot immobiliare: 7,82
    La Francia si è classificata al terzo posto con un punteggio Hotspot immobiliare di 7,82. Gli affitti in Francia sono aumentati solo del 2,60% dal 2015, mentre il Paese ha ottenuto risultati relativamente buoni anche in termini di convenienza e ricerche immobiliari.

Le nazioni meno desiderabili per comprare e affittare casa

Per quanto riguarda invece i posti peggiori in Europa in cui trasferirsi, la ricerca individua:

  1. Ungheria: Punteggio Hotspot immobiliare: 0,77
    L’Ungheria ha registrato il punteggio Hotspot immobiliare più basso con appena 0,77 su 10. Questo punteggio può essere attribuito a un aumento incredibilmente elevato dei prezzi immobiliari, che sono più che raddoppiati in media dal 2015. Gli immobili nel paese sono quindi relativamente inaccessibili rispetto al reddito disponibile locale, il che porta a un basso punteggio di accessibilità. Sono relativamente poche anche le ricerche immobiliari focalizzate sull’Ungheria, con solo 58.900 negli ultimi dodici mesi.
  2. Lituania: Punteggio Hotspot immobiliare: 0,89
    La Lituania ha il secondo punteggio Hotspot immobiliare più basso nell’Unione Europea, 0,89, davanti all’Ungheria di 0,12 punti. Sebbene i prezzi degli immobili non siano aumentati tanto quanto in Ungheria, in Lituania sono quasi raddoppiati dal 2015, mentre gli affitti sono aumentati un po’ più velocemente. Sono state effettuate poco meno di 34.000 ricerche immobiliari mirate al Paese.
  3. Repubblica Ceca: Punteggio Hotspot immobiliare: 1,16
    La Repubblica Ceca ha ottenuto il terzo punteggio più basso dell’Hotspot immobiliare nello studio con 1,16 su 10. La combinazione di elevati aumenti dei prezzi immobiliari, bassa accessibilità relativa e poche ricerche è mitigata solo dall’aumento più lento dei prezzi degli affitti in questo paese dell’Europa centrale.

Metodologia

Per determinare quali paesi dell’UE siano i più attraenti per i potenziali acquirenti di case, 123jaloezie ha confrontato i 27 Stati membri dell’UE sulla base di quattro fattori:

  • il numero di ricerche immobiliari negli ultimi 12 mesi, estratto da Google Keyword Planner;
  • il punteggio ricevuto da ciascun paese sull’indice dei prezzi delle proprietà di Numbeo;
  • i punteggi 2022 ricevuti da ciascun paese sull’indice dei prezzi delle case Eurostat
  • l’indice medio annuale per le proprietà in affitto da Eurostat

Questi fattori sono poi stati combinati in un unico “Punteggio Hotspot immobiliare” e classificati di conseguenza.

Fonte: Idealista.it

Trasformare il sottotetto in locale abitabile: condizioni e permessi

Quali sono i principali aspetti da prendere in considerazione per trasformare la soffitta in una comoda mansarda?

Di norma, il sottotetto è un vano non destinato all’uso abitativo, con funzioni di protezione dei piani sottostanti. A determinate condizioni può essere trasformato in un vano abitabile, aumentando altezze e volumi. Le regole da osservare cambiano però da Regione a Regione. Inoltre, le normative di alcune Regioni riservano ai singoli Comuni la possibilità di decidere quali lavori si possono fare su un sottotetto. Vediamo quali sono i principali aspetti da prendere in considerazione per trasformare la soffitta in una comoda mansarda senza commettere abusi edilizi.

  1. Cos’è il sottotetto?
  2. Quando è abitabile e quando non lo è? 
  3. Attenzione alle norme regionali!
  4. Abusi edilizi

Cos’è il sottotetto?

Il sottotetto è in genere quell’ambiente ricavato sotto il tetto con la funzione principale di difendere le stanze dell’ultimo piano dal caldo, dal freddo e dall’umidità. Un locale limitato in alto dalla struttura del tetto ed in basso dal solaio o dalle volte che coprono gli ambienti dell’ultimo piano.

Per le sue caratteristiche, il sottotetto, di norma, non è destinato ad usi abitativi; costituisce invece un volume tecnico che può essere utilizzato come deposito, oppure come locale per collocare impianti di servizio (centrali termiche, macchine ascensore, ecc.).

Negli edifici condominiali, l’articolo 1117 del Codice civile ricomprende espressamente i sottotetti tra le parti comuni, se non risulta il contrario dal titolo.

Quando è abitabile e quando non lo è? 

In passato, i locali sottotetto non destavano particolare interesse. Erano spesso considerati dei “locali di servizio” o dei “volumi tecnici”. Negli ultimi anni la situazione è cambiata. Sempre più di frequente le vecchie soffitte vengono sfruttate con soppalchi e i sottotetti diventando confortevoli mansarde.

In effetti, il proprietario del sottotetto può trasformare tale locale in unità abitabile, ove la legislazione regionale autorizzi tale modificazione di destinazione d’uso, acquisendo le necessarie autorizzazioni.

Molte regioni hanno legiferato in tema di trasformazioni dei sottotetti. Pertanto, è sempre necessario consultare queste normative per verificare se ci sono limiti o divieti mutamento da uso non abitativo del sottotetto a uso abitativo.

Su questo punto, i giudici hanno stabilito che la modifica della destinazione d’uso del locale sottotetto in vano abitabile non può considerarsi un intervento di manutenzione ordinaria. Si tratta, invece, di un intervento di ristrutturazione edilizia, per il quale occorre ottenere il necessario titolo edilizio. Inoltre, tali interventi necessitano di una preventiva valutazione di sicurezza. Perciò, senza le necessarie autorizzazioni, rilasciate dagli organi competenti, i lavori di trasformazioni non possono essere avviati (Cassazione civile, n. 1542/2015 e n. 36563/2016).

sottotetto

freepick

Attenzione alle norme regionali!

Le possibilità, le condizioni, i limiti rispetto alla trasformazione delle soffitte in mansarde abitabili possono cambiare da Regione a Regione. Facciamo una piccola panoramica delle principali caratteristiche comuni.

Tutte le Regioni richiedono per i sottotetti altezze medie inferiori ai 270 cm regolari, ma con differenze sostanziali. L’altezza media più comune per i locali abitabili è di 240 cm. In alcuni casi, per i locali di servizio, bagni, corridoi, viene ulteriormente abbassata di 10 cm.

Molte Regioni permettono un’ulteriore riduzione dell’altezza (in genere di 20 cm), ad esempio nei Comuni classificati come montani o semi-montani, o al di sopra di una certa altitudine. Alcune leggi regionali prevedono che gli spazi al di sotto di un’altezza minima, se non sono posti in corrispondenza di fonti di luce, devono essere chiusi con muri o mobili.

Tutte le Regioni prevedono la possibilità di aprire finestre e lucernai per illuminare i locali con luce solare (ma in alcuni casi sotto particolari prescrizioni o con l’esclusione di alcune zone del territorio). Il rapporto aero-illuminante (cioè il rapporto tra la superficie delle finestre e quella del pavimento) stabilito per Legge a livello nazionale è 1/8; ma in molte Regioni si arriva fino a 1/16.

In quasi la metà delle Regioni non è permesso alzare la quota del colmo o modificare la pendenza del tetto per ottenere le altezze medie e minime richieste.

Altre Regioni consentono di elevare il tetto, ma a precise condizioni. In alcuni casi, è esclusa la possibilità di innalzare il tetto solo in alcune zone: ad esempio, nei centri storici.

Per recuperare in altezza non c’è solo la possibilità di innalzare il tetto: lo stesso risultato si può ottenere anche abbassando il solaio del sottotetto, ma solo se quest’operazione non riduce l’altezza dell’ultimo piano inferiore a quella standard. Anche qui vanno verificate le diverse regole locali.

Prima di iniziare qualsiasi intervento di recupero di un sottotetto è opportuno rivolgersi al Comune di competenza per verificare tutte le norme vigenti. Alcune Regioni riservano infatti ai singoli Comuni la possibilità di decidere quali lavori si possono fare su un sottotetto.

Abusi edilizi

Come si diceva all’inizio, di regola il sottotetto è un locale non è abitabile. Questo significa che qualunque intervento che modifica destinazione (ad esempio, da deposito o lavanderia ad abitazione con camera da letto, cucina o bagno), senza accatastamento e senza cambiamento di destinazione d’uso, è da considerarsi abusivo.

È importante che stipula dell’atto di compravendita sia rispettata la destinazione d’uso attuale del sottotetto. Se il sottotetto non è accatastato, è opportuno affidarsi a un tecnico, che potrà verificare, tra l’altro, se vi sono degli abusi in funzione della destinazione d’uso e secondo il progetto già autorizzato. Tra le verifiche principali da fare, il professionista:

  • analizza il regolamento urbanistico comunale su altezze e destinazioni d’uso dei sottotetti;
  • compie il rilievo del sottotetto, verificando se le misure attuali corrispondono a quanto dichiarato nei documenti depositati in Comune (quindi se vi è la presenza di un abuso da ripristinare, e se le caratteristiche sono tali da renderlo abitabile);
  • accerta se è possibile aumentare la volumetria totale della casa per rendere abitabile il sottotetto;
  • provvede all’accatastamento.

Fonte: Idealista.it

Luxury Rental Home Staging, Monica Maselli: “Valorizzando gli immobili si innesca un circolo virtuoso: aumentano visibilità, prenotazioni e fatturato”

Con il suo metodo massimizza il potenziale di una casa in affitto breve, focalizzandosi sul mercato del lusso e ottenendo risultati concreti

Valorizzare e massimizzare il potenziale di un immobile in affitto breve, focalizzandosi sul mercato del lusso e dell’eleganza. È questo l’obiettivo del servizio di Luxury Rental Home Staging pensato da Monica Maselli, laurea in architettura, master in web marketing per il turismo e specializzazione in home staging turistico. La Luxury Home Stager, che ha ideato il metodo Home Staging Mood, ha spiegato a idealista/news in cosa consiste esattamente la sua attività, quali sono gli obiettivi e i risultati che si possono concretamente raggiungere: una profonda trasformazione degli ambienti che di conseguenza porta a un incremento del fatturato.

Dagli Stati Uniti all’Europa. L’home staging è ormai conosciuto anche in Italia e i suoi vantaggi appaiono indiscutibili. Questa tecnica adesso non sembra interessare più solo gli immobili in vendita, ma anche le case poste sul mercato degli affitti brevi. Lei, in particolare, come e perché ha deciso di dedicarsi al Luxury Rental Home Staging?

“Sono nel mercato del Rental da oltre 20 anni e da subito ho voluto posizionarmi nel segmento di alta gamma. Negli anni passati, tuttavia, prendevo in gestione le ville così come mi venivano date dai proprietari. Belle ville, nulla da dire, ma troppo spesso superate, appesantite, poco attrattive. Spesso anche poco funzionali e dunque problematiche.

Nel tempo poi questo mercato è cambiato molto velocemente, diventando sempre più competitivo, ed era sempre più difficile lavorare con soddisfazione, nostra, dei proprietari e degli ospiti. Ho dunque deciso di cambiare modello di business e cioè mettere sul mercato solo offerte di alto valore. Da qui è nata la necessità di creare un servizio di Luxury Rental Home Staging”.

Villa Patty - Sardegna

Villa Patty – SardegnaHome Staging Mood

Di cosa si tratta esattamente?

“Nello specifico è un vero e proprio strumento di marketing, grazie al quale si individua il cliente ideale e intorno a lui si crea la migliore offerta per le sue necessità e aspettative.

Si interviene dunque su tutte le criticità della casa, risolvendole, e sui punti di forza, enfatizzandoli.

Infine, si crea uno storytelling fortemente attrattivo”.

Quali sono le fasi di un servizio di questo tipo?

“Le fasi in generale sono sostanzialmente 7:

  1. Call conoscitive con la/il cliente: è qui che bisogna conquistarsi la sua fiducia.
  2. Sopralluogo per rilevare foto, misure e tutto il necessario per redigere il progetto.
  3. Analisi della struttura da un punto di vista funzionale ed estetico.
  4. Progetto con lavori di manutenzione, di valorizzazione, moodboard con stile palette e mood, schede tecniche di styling mood con viste 2d e 3d.
  5. Shopping list dettagliata con quantità, prezzi, descrizioni e link per acquistare online.
  6. Allestimento: io, con il mio team, preparo la casa in ogni suo ambiente interno ed esterno come da progetto (tempi stimati dai 3 ai 7 giorni).
  7. Shooting finale: quindi servizio fotografico e video professionali di interni ed esterni di giorno e di sera.

Queste sono le sette fasi del mio servizio”.

Il Daino Bianco - Toscana

Il Daino Bianco – ToscanaHome Staging Mood

In quanto tempo viene realizzato un progetto? 

“Dipende da dove si parte e dove si vuole arrivare. Queste sono le due variabili più importanti. In linea di massima, parliamo di non meno di due mesi e si può arrivare anche a cinque/sei mesi. Se ad esempio ci sono da fare lavori più invasivi, bisogna considerare le tempistiche degli altri soggetti coinvolti. Personalmente, a prescindere dagli altri, sviluppo un progetto in tre mesi di media”.

Quali sono i vantaggi tangibili in base alla sua esperienza?

“Più che parlare di vantaggi, si può dire che si innesca un vero e proprio circolo virtuoso:

aumenta la visibilità, quindi aumentano le prenotazioni, successivamente aumentano le recensioni dei clienti soddisfatti e quindi i prezzi. Questo porta maggiore fatturato, dunque margine per investire ulteriormente al fine di aumentare il valore dell’offerta e così via.

Poi, quando ci sono le condizioni, si accede al mercato del lusso, attraendo clienti più esigenti.

Grazie a tutto questo lavoro e a questo investimento ci sono anche degli incrementi importanti a livello di revenue. Questo permette di alzare in modo significativo le tariffe. In alcuni casi abbiamo incrementato le tariffe del 30-40% fino ad arrivare oltre il 50%.

Per fare qualche esempio pratico:

  • Il Daino Bianco è passato da 42.457 euro di fatturato e 25 notti occupate a 99.263 euro e 62 notti occupate in un solo anno.
  • Villa Amalfi è passata da 214.737 euro a 393.384 euro di fatturato in un solo anno.
  • Villa Le Rocce da 66.122 euro a 112.948 euro di fatturato in due anni.

Inoltre, ci tengo a sottolinearlo, si tratta di valorizzazione e non di ristrutturazione, questo implica interventi meno invasivi e meno costosi, ma che trasformano profondamente le case”.

Villa Spreca - Lazio

Villa Spreca – LazioHome Staging Mood

C’è un intervento particolare che vuole menzionare?

“Tutti gli interventi di cui mi occupo per me sono degni di nota, ognuno con le sue particolarità. Ci sono quelli che subiscono maggiore trasformazione e quelli dove è stato fatto un lavoro di dettaglio. Ogni intervento ha dunque la sua peculiarità. Per esempio, a Villa Spreca c’è stata una trasformazione davvero eclatante. Abbiamo fatto un lavoro grazie al quale abbiamo cambiato totalmente l’aspetto della casa

Quello che faccio con i clienti è sempre un viaggio, io lo chiamo ‘il viaggio della trasformazione’. È un viaggio in cui via via che si trasforma la casa si trasforma un po’ anche la cliente stessa. Si tratta di un percorso in cui si crea molta complicità, chiaramente bisogna essere sulla stessa lunghezza d’onda. È sempre molto stimolante ed entusiasmante. Sono trasformazioni che all’inizio i proprietari non si aspettano, non immaginano quello che può essere il risultato finale, è quindi tutta una scoperta. Ciò che entusiasma molto è vedere come si trasforma via via l’immobile e che il risultato finale è esattamente quello desiderato”.

Villa Spreca - Lazio

Villa Spreca – LazioHome Staging Mood

Ad oggi, che tipo di interesse c’è nei confronti del Luxury Rental Home Staging?

“Devo dire che di Home Staging in generale se ne parla abbastanza, ma in tanti ancora non conoscono il potere di questo strumento soprattutto applicato al mondo del Rental e nello specifico del Luxury Rental.

Le persone ancora non sentono la necessità di usufruire di questo servizio e soprattutto di avvalersi di un professionista. In Italia, purtroppo, è molto diffusa la cultura del ‘fai da te’ oppure si pensa sia sufficiente trovare qualche informazione su internet, ma non è così.

Un progetto di valorizzazione è frutto di esperienza, competenza e metodo.

In molti mi dicono che vogliono entrare nel mercato del lusso, ma poi non sono disposti ad investire per accedervi. Il punto è che per accedere a questo mercato bisogna offrire qualcosa di alto valore, dove ogni dettaglio viene attenzionato e nulla si può tralasciare. Ecco, questo passaggio proprio non è ancora acquisito. Come dire: voglio partecipare ad un evento esclusivo, ma non sono disposto a vestirmi in modo adeguato. Oppure voglio un prodotto di qualità, ma poi non sono disposto a pagare il suo prezzo.

Ci sono un po’ due mondi, quello degli addetti ai lavori che sanno di cosa parliamo e poi quello dei privati che non sanno cos’è l’home staging. Dal punto di vista della consapevolezza c’è ancora tanto da fare.

Ma, secondo me, più della conoscenza in sé di questa professione, ciò che manca è il concetto di valorizzare una casa senza ristrutturarla. Molto spesso neppure si pensa che si possa realizzare un lavoro di questo tipo, che è decisamente meno invasivo rispetto a una ristrutturazione. Ecco, manca questa consapevolezza. E a mio avviso la resistenza di fondo sta nel fatto che il proprietario di una casa fa fatica a immaginare quella casa diversa da come la vive. Manca la consapevolezza di capire che quella casa ha un potenziale che non è espresso.

Questo è un grande ostacolo. Si fa molta fatica nell’andare ad abbattere false credenze o abitudini. Vedere le trasformazioni, i prima e i dopo, fa capire davvero cosa si può realizzare”.

Villa Margherita - Sorrento

Villa Margherita – SorrentoHome Staging Mood

Qual è la differenza tra Home Staging e Interior Design?

“L’Interior Designer si rivolge al committente che è il proprietario della casa ed è a lui che deve dare conto. È sul proprietario della casa che deve settare il progetto, sui suoi gusti, sulle sue necessità e sui suoi bisogni. E l’obiettivo è certamente fare una casa più bella, ma soprattutto rispondere a queste necessità.

L’Home Stager ha due clienti in qualche modo: proprietario e ospite. Chiaramente il committente è uno, ossia chi richiede il servizio, ma il cliente è soprattutto l’ospite. Di conseguenza, l’Home Stager deve chiaramente ascoltare il proprietario, cosa gli piace e cosa desidera, ma allo stesso tempo deve sempre tenere d’occhio chi usufruirà di quella casa, quindi l’ospite. L’obiettivo finale è di marketing. Questo perché, mentre per l’Interior Designer l’obiettivo è fare una casa più bella a misura del proprietario, per l’Home Stager l’obiettivo è posizionarla sul mercato e farla lavorare di più, quindi renderla più visibile e più attrattiva, aumentare l’occupazione e le tariffe. Sono due interlocutori diversi e due obiettivi diversi.

Altri punti di differenza risiedono nelle tempistiche e nei costi. L’Interior Design è uno strumento di valorizzazione e l’Home Staging è uno strumento di marketing. Nell’Home Staging turistico il progetto è definitivo, quindi è molto più simile a un lavoro di Interior Design”.

Villa Le Pagine Bianche - Ischia

Villa Le Pagine Bianche – IschiaHome Staging Mood

Qual è, a suo parere, il futuro dell’Home Staging in generale e del Luxury Rental Home Staging in particolare?

“Credo che il mercato vada nella direzione della qualità e oggi i clienti sono sempre più informati, dunque esigenti. Non c’è più spazio per chi non si allinea con queste tendenze, presumo quindi che dell’Home Staging in generale – e mi riferisco anche alla vendita – se ne farà sempre maggiore uso.

Per quanto riguarda il Luxury Rental Home Staging, il lusso è sempre più richiesto e dunque l’offerta sale, di conseguenza le case potenzialmente di lusso dovranno fare uso di questo servizio per rimanere competitive.

Anche qui voglio precisare che il lusso, almeno dal mio punto di vista, non significa ville strepitose con arredi ultra-costosi, ma armonia, attenzione ai dettagli, cura dei particolari. Il mio almeno è un lusso discreto e gentile”.

Fonte: Idealista.it

Cala l’Euribor a un anno, quali previsioni 2024 per i mutui e i tassi Bce

Prosegue il calo del tasso Euribor, il riferimento per i mutui a tasso variabile. Secondo quanto rilevato da Ebury, in particolare, l’Euribor a un anno continua a scendere dai massimi raggiunti nell’ottobre dello scorso anno, quando ha chiuso al 4,16%. A gennaio è sceso al 3,609%, segnando tre mesi consecutivi di flessione. Cosa potrebbe significare questo in ottica di tassi di interesse sui mutui nel 2024? Il calo dell’Euribor sta anticipando un taglio dei tassi Bce?

  1. Euribor e tassi Bce
  2. Le aspettative del mercato sull’Euribor
  3. Taglio dei tassi Bce, cosa si attendono i mercati?

Euribor e tassi Bce

Il calo dell’Euribor, secondo Ebury, riflette le aspettative del mercato secondo cui la Banca Centrale Europea potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse già ad aprile e che ne effettuerà parecchi nel corso dell’anno. Con l’affermarsi del processo disinflazionistico nell’Eurozona e il rallentamento dell’attività economica, il dibattito si sta già concentrando su quando la BCE inizierà a tagliare i tassi di interesse. Pertanto, le buone notizie per i titolari di mutui ipotecari potrebbero arrivare al più presto e l’Euribor potrebbe continuare la sua tendenza al ribasso nei prossimi mesi. Come sempre, ciò dipenderà dal ritmo dell’allentamento monetario da parte della BCE, che a sua volta dipenderà dai prossimi dati sull’inflazione e sui dati economici.

Le aspettative del mercato sull’Euribor

Tuttavia, il calo dell’Euribor è adesso meno intenso, poiché i mercati hanno rivisto le probabilità dei tagli dei tassi di interesse. Finora a febbraio l’Euribor ha oscillato tra il 3,5% e il 3,69%. Non ci si aspetta che l’Euribor possa subire grandi fluttuazioni questo mese poiché, da un lato, la BCE non terrà la sua prossima riunione prima di marzo e, dall’altro, ci sono pochi dati che potrebbero cambiare le aspettative dei mercati sui tagli dei tassi questo mese (all’inizio di febbraio abbiamo ricevuto i dati sull’inflazione di gennaio e non hanno cambiato molto le cose). Pertanto, le aspettative sono che la media dell’Euribor chiuderà febbraio intorno al 3,6%, in aumento rispetto al 3,53% di un anno fa e su livelli molto simili a quelli di gennaio.

Taglio dei tassi Bce, cosa si attendono i mercati?

I mercati sono attualmente divisi al 50% tra la possibilità di un primo taglio dei tassi nella riunione di aprile o di giugno. Questo sembra coerente sia con la retorica della BCE che con i fondamentali macroeconomici della regione. Pertanto, salvo un’inattesa ripresa dell’inflazione, si ritiene molto probabile un primo taglio dei tassi ad aprile. Detto questo, si stima che la “dirittura d’arrivo” della lotta all’inflazione sarà probabilmente difficile e che la BCE tenda ad affrontare le modifiche dei tassi con cautela, il che potrebbe indurre la BCE ad attuare un ritmo di allentamento più moderato di quanto attualmente previsto dai mercati. La BCE comunque dovrà invertire la sua politica monetaria prima o poi quest’anno e si ritiene che potrebbe iniziare a tagliare i tassi in primavera, dato che i dati economici più recenti lo giustificano: l’inflazione di base rimane contenuta e l’economia dell’eurozona è in stagnazione.

A più lungo termine, se le attuali aspettative del mercato saranno soddisfatte, l’Euribor potrebbe iniziare a scendere significativamente a partire da aprile, quando il mercato si aspetta il primo taglio dei tassi. Naturalmente, un inizio più tardivo del ciclo di allentamento della BCE ritarderebbe il momento in cui l’indicatore inizierà a scendere in modo significativo. Potremmo assistere ad alcuni aumenti del tasso Euribor giornaliero, ma l’indicatore continuerà a scendere in media nei prossimi mesi. Nel complesso, al momento ci si aspetta che l’Euribor si attesti intorno al 3% entro la fine del 2024.

Fonte: Idealista.it

Occupazione abusiva dell’immobile: come tutelare il proprietario

Cosa può fare il proprietario quando la sua casa è occupata abusivamente

La difficoltà di liberare l’immobile abusivamente occupato preoccupa sempre più i proprietari italiani. Al punto che in Parlamento sono al vaglio nuove disposizioni penali volte a rafforzare la tutela dei proprietari lesi. Gli strumenti previsti nel nostro sistema a favore del proprietario esistono, anche se in corso di revisione. Ne abbiamo parlato con il team di HospitalityLaw Lab e in particolare, per gli aspetti privatistici (liberazione dell’immobile e il risarcimento dei danni), con Donatella Marino, avvocato fondatore di HLL che ha dedicato un team di legali al Real Estate e alla Hospitality.

Il nostro sistema civilistico, spiega il team di HospitalityLaw Lab, non sempre garantisce una tutela immediata al proprietario che rimane spogliato del suo potere di fatto sull’immobile e dunque del relativo utilizzo a causa dell’illegittima occupazione da parte di un soggetto terzo. Non solo. Il proprietario che dovesse decidere di agire in autonomia si espone alla contestazione di alcune fattispecie di reato. Deve quindi sempre instaurare un procedimento davanti a un giudice e solo al momento dell’esito (favorevole) potrà essere coinvolta la forza pubblica.

Quando si può parlare di occupazione “abusiva” di un immobile?

L’occupazione “sine titulo” o “abusiva” si realizza quando la persona che occupa l’immobile non ha alcun titolo per farlo. 

Per esempio, perché non è proprietario dell’immobile, né è conduttore con contratto di locazione o comodato venuto meno per scadenza o altra causa, né un ospite debitamente invitato. Nel nostro sistema l’occupazione c.d. abusiva di un immobile configura un illecito civile, che obbliga l’autore al rilascio dell’immobile e al risarcimento dei danni.

Quali sono quindi i rimedi per l’occupazione abusiva di un immobile a tutela del proprietario?

I principali rimedi civilistici volti ad ottenere la liberazione di un immobile occupato sono inquadrabili in più categorie. Da una parte, il procedimento speciale di sfratto, per il quale è previsto un rito snello, volto a garantire al locatore, nei casi indicati dalla legge, una condanna al rilascio in tempi relativamente rapidi. Dall’altra, i procedimenti che tutelano direttamente il diritto di proprietà e che richiedono delle verifiche più approfondite, con conseguente allungamento dei tempi. A questi si aggiungono, in presenza dei presupposti, i procedimenti generalmente denominati cautelari, volti ad ottenere una tutela immediata anche se non necessariamente definitiva.

Il proprietario può beneficiare del rapido procedimento di sfratto in caso di occupazione abusiva dell’immobile?

In genere no, e questo è un primo problema, in quanto il procedimento di sfratto (descritto agli Artt. 656-657 c.c.) è più rapido e snello di quello ordinario.

Il proprietario, in caso di occupazione abusiva, può invece iniziare un giudizio per rivendicare la proprietà dell’immobile,

oppure per essere reintegrato nel possesso che gli è stato sottratto o, in presenza dei presupposti, per ottenere un provvedimento di urgenza che gli garantisca una qualche tutela immediata ma provvisoria.

In cosa consiste il giudizio volto a rivendicare la proprietà di un immobile?

L’azione di rivendicazione è un procedimento descritto all’Art. 948 del Codice civile tramite il quale il proprietario chiede al giudice di accertare il suo diritto di proprietà e di condannare quindi il soggetto che sta occupando “abusivamente” il suo immobile turbandone l’esercizio a restituirglielo. Il procedimento però è più lungo e oneroso rispetto al procedimento di sfratto sotto vari profili.

Secondo le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, infatti, nel caso di “chi dispone di fatto del bene nell’assenza anche originaria di ogni titolo… la domanda è tipicamente di rivendicazione, poiché il suo fondamento risiede non in un rapporto obbligatorio personale inter partes, ma nel diritto di proprietà tutelato erga omnes, del quale occorre quindi che venga data la piena dimostrazione, mediante la probatio diabolica” (Cass. S.U. n. 7305/2014).

Ciò significa che, perché la domanda di rivendicazione sia accolta, chi agisce per la liberazione, deve provare un titolo di acquisto originario (acquisto che per lo più deriva dall’usucapione).

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Quando invece il proprietario può chiedere al giudice questa “reintegrazione nel possesso”?

Se il proprietario è anche possessore e lo spossessamento è avvenuto “violentemente” (contro la volontà del possessore) od “occultamente”(il possessore non ne è a conoscenza al momento in cui viene compiuto), può, entro l’anno dallo spoglio, chiedere la reintegrazione del possesso e ri-ottenere, con un procedimento un po’ meno complesso la disponibilità dell’immobile.

In cosa consiste invece, la “tutela cautelare” d’urgenza? 

In pratica, nei casi in cui chi ritiene di essere titolare del diritto riesce a dimostrare una verosimile esistenza dello stesso (c.d. fumus boni iuris) e il rischio che il ritardo possa causare danni al suo soddisfacimento (c.d. periculum in mora)

può agire con il procedimento d’urgenza (ex Art. 700 c.p.c.), volto ad ottenere provvedimenti che provvisoriamente possano assicurare gli effetti della decisione definitiva, come la condanna al rilascio.

Come un privato può ottenere il risarcimento dei danni per l’occupazione abusiva dell’immobile?

Il proprietario può ottenere il risarcimento dei danni che gli sono stati causati dall’occupazione sine titulo dell’immobile secondo le regole ordinarie. Sulla natura del danno da occupazione “abusiva” c’è un ampio dibattito tra i giudici. Recentemente la Corte di Cassazione (S.U. 33645/2022) ha stabilito che

in questi casi si presume che esista un danno da perdita subita (c.d. danno emergente), ovvero la perdita della concreta possibilità di esercizio del diritto di godimento del bene.

Che, se non può essere provato in maniera precisa nel suo preciso ammontare, viene parametrato dal Giudice al canone locativo di mercato.

Quanto poi al mancato guadagno, la Corte lo esemplifica nello specifico pregiudizio subito, quale la mancata concessione, a causa dell’occupazione, del godimento ad altri verso un corrispettivo superiore al canone locativo di mercato, ovvero la mancata vendita ad un prezzo più conveniente di quello di mercato. Questo tipo di danno deve però essere provato dal proprietario secondo le regole ordinarie.

Fonte: Idealista.it

FIMAA, gli italiani riprendono a pianificare l’acquisto di una casa

Gli italiani tornano a pianificare l’acquisto di una casa. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Indagine sul Mercato Immobiliare Residenziale effettuato dall’Ufficio Fimaa-Confommercio, nel giro di un anno è cresciuto del 13,8% grazie alla spinta del mercato delle locazioni e dal minor costo del tasso di interesse sui mutui.

Tra i fattori che trainano il mercato ci sono i canoni di locazione alti e la forte richiesta di abitazioni in locazione che spingono molti piccoli e medi investitori a puntare sull’acquisto di abitazioni da mettere a reddito (58,4%). I grandi investitori cercano invece immobili da mettere a reddito nelle prime location urbane o turistiche (6%). Il 22,9% degli associati Fimaa ritiene determinante l’alto tasso di inflazione, mentre il 6% degli intervistati ritiene che un eventuale calo dei tassi bancari determinerà un aumento di transazioni.

A frenare gli scambi, invece, ci sono gli alti costi di ristrutturazione (44,7%), il timore per la congiuntura economica, i tassi dei mutui e l’occupazione (36,1%). Il 17,6% degli agenti associati a Fimaa ritiene che il mercato sia penalizzato dal quadro normativo e fiscale, come la classificazione energetica e la tassazione sulle plus-valenze per gli immobili che hanno usufruito del Superbonus al 110%.

  1. Il prezzo delle case
  2. Il mercato delle locazioni
  3. Le previsioni sulla prima parte del 2024

Il prezzo delle case

I prezzi della abitazioni in generale registrano un aumento dell’1,8%, grazie soprattutto alla spinta delle abitazioni nuove (che a ottobre 2023, secondo l’Istat, hanno registrato un +8%). “Questo dato – commenta Santino Taverna, Presidente Fimaa Italia – dimostra che chi cerca casa presta sempre più attenzione a unità immobiliari efficientate energeticamente per un risparmio sui costi di gestione.

L’elaborazione dall’Ufficio Fimaa-Confcommercio su dati Istat dimostra che dal 2010 le abitazioni nuove hanno accresciuto il loro valore del 22,6% al lordo dell’inflazione. Nonostante il forte aumento della domanda, tuttavia, risulta dimezzata la percentuale delle case nuove vendute rispetto al totale, per una carenza di offerta (17,7% nel 2023 contro il 34,8% del 2010)”.

Il mercato delle locazioni

Il mercato delle locazioni invece registra un aumento dei canoni del 5%, con i contratti transitori che beneficiano dell’aumento maggiore (6,7%), mentre quelli concordati crescono del 2,4%. Il canone medio, secondo le elaborazioni dell’ufficio studi FIMAA Italia su dati dell’Agenzia delle Entrate, è di 532 Euro mensili. I proprietari degli immobili preferiscono i contratti di lunga durata (49%) o convenzionati (27,4%), le percentuali si riducono notevolmente per chi opta per un contratto transitorio (19,1%), o per le locazioni agli studenti (4,4%).

“Gli agenti Fimaa, inoltre – commenta Andrea Oliva, Coordinatore Uffici Studi Fimaa – ritengono che per i mesi a venire il mercato delle locazioni sarà caratterizzato da un forte mismatch. Praticamente due associati su tre (per l’esattezza il 62,4%) ritengono che la domanda di immobili in affitto crescerà nei mesi a venire, probabilmente a causa della difficoltà di accedere a un mutuo e agli alti tassi d’interesse. Il 34,2% ritiene invece che la domanda si manterrà stabile. Il 3,3% ipotizza un calo.

Sul lato dell’offerta di immobili, quasi la metà degli associati (43,9%) teme che la disponibilità si ridurrà ulteriormente. Il 48,8% ritiene che si manterrà stabile, appena il 7,3% parla di un aumento. Per quanto riguarda i canoni, infine, il 58% ritiene che ci saranno ulteriori aumenti, il 37,1% che rimarranno stabili, meno del 4,9% ipotizza un rilassamento” conclude Andrea Oliva.

Le previsioni sulla prima parte del 2024

Per quanto riguarda le attese sulla prima parte del 2024, circa la metà degli agenti Fimaa (il 45,2%) ritiene che il numero di transazioni calerà. La percentuale comunque si riduce in maniera sensibile rispetto alla rilevazione precedente (era al 61,5%), mentre crescono sia le aspettative di stabilità (38,7%) e sia quelle di un aumento (16%). La maggior parte degli associati (65,1%) ritiene inoltre che i prezzi non subiranno particolari variazioni. Il 19,5% prevede un calo, il 15,3% un aumento.

Inoltre, circa la metà degli agenti Fimaa (il 45,1%) ritiene che la domanda di abitazioni si manterrà stabile, il 27% confida in un miglioramento. Pressoché identica, tuttavia, la percentuale di chi si attende un peggioramento. Per quanto concerne l’offerta di immobili, invece, la maggioranza assoluta degli agenti (57,7%) ritiene che il livello rimarrà stabile, il resto si divide equamente tra quanti confidano in un aumento e quanti temono una diminuzione.

Fonte: Idealista.it

Come fare l’ISEE: la guida completa per il 2024

I meccanismi di molti bonus fiscali (anche quelli che riguardano la casa) prevedono che i beneficiari debbano presentare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, che serve proprio a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie per stabilire specifici requisiti reddituali. Ancora molti contribuenti si chiedono come fare l’ISEEcome si calcola e quali sono i documenti che servono. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’ISEE precompilato e quando vale la pena farlo.

  1. Come si fa l’ISEE da soli?
  2. Quali sono i documenti che servono per l’ISEE?
  3. ISEE precompilato
  4. Quando vale la pena fare l’ISEE?

Come si fa l’ISEE da soli?

Anche per fare l’ISEE da soli è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), ovvero quel documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare.

La DSU può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno. Gli ISEE elaborati nel 2024 hanno validità fino al 31 dicembre 2024. Per fare l’ISEE da soli, basta essere in possesso di Spid e collegarsi al nuovo portale unico ISEE dell’Inps, una volta autenticati basta seguire pochi semplici passaggi per ottenere la propria dichiarazione di Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

I dati contenuti nella DSU sono:

  • in parte autodichiarati (come i dati anagrafici e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione);
  • in parte acquisiti dall’Agenzia delle Entrate (reddito complessivo ai fini IRPEF) e da INPS (trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, erogati dall’INPS per ragioni diverse dalla condizione di disabilità e non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF).

Il soggetto che compila la DSU si assume la responsabilità, anche penale, di quanto dichiarato. Nella DSU:

  • il nucleo familiare è quello dichiarato alla data di presentazione della dichiarazione;
  • i redditi sono riferiti al secondo anno solare precedente la presentazione della DSU;
  • il patrimonio mobiliare e immobiliare è quello posseduto alla data del 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della DSU.

Per ulteriori dettagli su come compilare autonomamente il modello ISEE, consulta l’apposito articolo dedicato.

ISEE

GTRES

Quali sono i documenti che servono per l’ISEE?

Per il calcolo dell’ISEE “standard” (ovvero per la dichiarazione richiesta generalmente per le prestazioni sociali agevolate) viene richiesto di compilare la cosiddetta DSU mini, che contiene i principali dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.

In linea generale, i documenti richiesti per fare l’ISEE sono:

  • Codice Fiscale e Documento d’identità del dichiarante;
  • Codice Fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare ed eventualmente del coniuge non residente e del figlio a carico non residente (se il figlio non è coniugato o se non ha figli o se di età inferiore a 26 anni);
  • Contratto di affitto registrato (in caso di residenza in locazione);
  • Patrimonio Mobiliare saldo al 31/12/2022 (Conto Corrente, Carta Prepagata, Libretto di risparmio, conto deposito titoli ed obbligazioni, buoni fruttiferi, assicurazione sulla vita);
  • Patrimonio Immobiliare al 31/12/2022 (visura catastale di tutti i fabbricati e terreni ubicati in Italia e debito residuo del mutuo per acquisto di immobili);
  • Eventuale Targa di autoveicoli, motoveicoli superiori a 500 cc, navi o imbarcazioni da diporto intestati al nucleo familiare;
  • Attività finanziaria posseduta all’estero.

Nel nostro articolo dedicato, trovi l’elenco completo dei documenti necessari per compilare correttamente il modulo l’ISEE.

In casi particolari, in base al tipo di prestazione da richiedere oppure alle particolari caratteristiche del nucleo familiare, occorre compilare la DSU integrale e fornire informazioni aggiuntive. È il caso anche di alcune tipologie specifiche di ISEE:

  • ISEE “socio-sanitario”;
  • ISEE “socio-sanitario residenze”;
  • ISEE “università”;
  • ISEE “minorenni con genitori non coniugati tra loro e non conviventi”.
ISEE

GTRES

ISEE precompilato

Tra le varie opzioni c’è anche l’ISEE precompilato, ma cosa significa? Dal 2020 la normativa ISEE prevede la possibilità di effettuare la DSU precompilata, questa opzione è caratterizzata dalla presenza di dati precompilati forniti dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps, che vanno integrati con altri dati autodichiarati. Il servizio è disponibile direttamente sul sito dell’Inps, che mette a disposizione anche dei tutorial che spiegano le fasi necessarie per l’acquisizione dell’ISEE precompilato.

Quando vale la pena fare l’ISEE?

La richiesta della dichiarazione ISEE se è intenzione del cittadino per beneficiare di alcuni bonus o agevolazioni fiscali che prevedono dei requisiti reddituali (in questi casi si parla di ISEE obbligatorio) . Allo stesso modo, deve essere effettuata in caso di variazioni che possono avere un impatto sulla situazione economica del nucleo familiare, sia nel caso in cui le novità interessino i redditi sia nel caso in cui siano relative ai patrimoni.

Fonte: Idealista.it

Pnrr a Roma, al via gli interventi per la qualità dell’abitare. Veloccia: “Promuoviamo una rigenerazione urbana e sociale”

La trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria, in via Cardinal Domenico Capranica, è il primo progetto PINQuA a partire e verrà terminato entro marzo 2026

ll Pnrr a Roma entra nella sua fase attuativa. Il primo progetto PINQuA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) a partire nella Capitale è la trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria, in via Cardinal Domenico Capranica, in zona Torrevecchia – Primavalle, in un complesso di edilizia residenziale pubblica. L’intervento, progettato dal Dipartimento Pau ed eseguito dal Dipartimento Csimu, ha un costo di circa 24 milioni di euro cofinanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e darà vita a due nuove strutture ad alto efficientamento energetico destinate a diventare un plesso residenziale misto, con spazi per funzioni sociali e servizi comuni. Il termine dei lavori è previsto entro marzo 2026. Per capire qualcosa di più, idealista/news ha rivolto qualche domanda a Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale.

Come cambierà l’ex Istituto Scolastico Don Calabria?

“Stiamo innanzitutto parlando di un immobile che purtroppo è stato abbandonato per tanti anni e poi occupato da varie persone in emergenza abitativa, quindi di un immobile degradato, fatiscente, che costituiva anche un elemento di grande insicurezza per il quartiere.

L’immobile cambierà intanto grazie a un investimento di oltre 24 milioni di fondi del Pnrr e si trasformerà in un nuovo edificio. Ci sarà una vera e propria sostituzione edilizia: al posto del vecchio edificio, che non aveva alcun tipo di caratteristica moderna e che è in fase di demolizione, ne nascerà uno molto moderno.

Un edificio progettato insieme all’Università ‘La Sapienza’, dal professor Alfonso Giancotti, che occuperà meno suolo rispetto a quello preesitente a terra. Ci sarà dunque recupero di suolo e non nuova occupazione di suolo. Verranno realizzate due palazzine di cinque piani che ospiteranno 71 alloggi. Ci saranno molti alloggi di edilizia economica e popolare, ma anche di housing sociale, e poi ci saranno delle progettualità sperimentali: due alloggi di co-housing e un alloggio destinato a giovani adulti disabili.

Ci saranno poi degli spazi a servizio della collettività. L’idea, quindi, è quella di dar vita a un complesso che non comprenda solo case, ma al piano terra anche servizi per il quartiere. Avremo poi degli spazi esterni che saranno completamente riqualificati. Ci sarà quindi anche un recupero della qualità urbana, dello spazio pubblico. Sulla corte avremo tutti gli spazi a servizio e poi un verde che potrà essere utilizzato ovviamente dai cittadini che abiteranno lì, ma anche dalla città, sarà quindi aperto al pubblico”.

Qual è l’obiettivo della nuova costruzione?

“Con questo intervento vorremmo cogliere due aspetti fondamentali:

il primo è eleminare una situazione di degrado e di abbandono; il secondo è quello di promuovere una vera e propria rigenerazione urbana, quindi non soltanto un rinnovamento edilizio.

Rigenerazione urbana significa non solo migliorare un aspetto esteriore di un luogo, ma anche la vita di chi ci abita. Tutto ciò si traduce in case che possano essere accessibili – quindi edilizia residenziale pubblica e housing sociale – per affrontare un problema della città e in servizi per cercare di migliorare la qualità della vita delle persone. Un grande obiettivo sociale, un’urbanistica sociale se vogliamo, non soltanto edilizia, non solo un rinnovamento edilizio”.

Quando è prevista la conclusione dei lavori?

“A differenza del passato, la previsione è obbligata e questa è un’altra grande sfida che abbiamo come Amministrazione. Dobbiamo infatti rendicontare entro giugno 2026 tutti i lavori della Commissione europea. Questa è un po’ una spada di Damocle, ma è anche uno sprone a non perdere tempo e a risolvere i problemi velocemente. C’è una grande tensione, ma anche un grande stimolo a fare bene, a fare in fretta e a cogliere l’opportunità di un finanziamento internazionale per realizzare un’opera così importante”.

La trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria in un complesso di edilizia residenziale pubblica rappresenta il primo progetto PINQuA. Quali sono gli altri progetti?

“Abbiamo un secondo progetto che abbiamo portato in approvazione in Giunta e che riguarda Tor Bella Monaca, dove ci sarà un’operazione non di demolizione e ricostruzione, ma di riqualificazione complessiva del comparto R5, un enorme comprensorio di oltre 1.200 appartamenti di proprietà comunale e che per tanti anni è stato abbandonato. Fortunatamente il comparto è vissuto, ci sono famiglie all’interno, ma in condizione precarie da un punto di visto della manutenzione.

Anche in questo caso faremo un’operazione non soltanto di riqualificazione edilizia, ma anche di trasformazione, perché andremo ad eliminare tutti i piani terra e a trasformarli in servizi per il territorio, con un’idea di rigenerazione che passa attraverso l’accostare alle case anche funzioni, servizi, luoghi di incontro e di aggregazione che purtroppo mancavano.

L’altra progettualità, ancora diversa, è quella dell’ex caserma di Porto Fluviale. Anche questa la realizziamo con fondi PINQuA, quindi sempre fondi del Pnrr. Si tratta di una situazione ancora diversa, perché abbiamo un immobile vincolato, quindi che non potrà essere demolito, ma che dovrà essere risanato con un restauro conservativo. Nella struttura ancora oggi ci sono cinquanta nuclei familiari, quindi l’operazione è ancora più complessa perché dobbiamo unire il lavoro di accompagnamento sociale di queste famiglie che sono ancora nell’immobile alla trasformazione dell’immobile stesso.

Si tratta di un’operazione molto importante e ancora più delicata. Stiamo completando il lavoro con i nostri servizi sociali e con il patrimonio per individuare le collocazioni alternative, perché non faremo operazioni di sgombero forzato, ma di accompagnamento sociale. Nel frattempo, abbiamo fatto un’enorme opera con il Ministero della Cultura, proprio perché si tratta un immobile vincolato, e con la Difesa, che lo ha ceduto gratuitamente all’Amministrazione Capitolina, quindi acquisiamo patrimonio. L’ex caserma di Porto Fluviale diventerà anch’essa un compendio di case popolari con servizi pubblici al piano terra”.

Il progetto di via Cardinal Domenico Capranica a Roma

Trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria

Il progetto di trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don CalabriaRoma Capitale

La scorsa settimana è iniziata la demolizione dell’ex istituto scolastico Don Calabria di via Cardinal Domenico Capranica a Roma. L’intervento prevede la realizzazione di una nuova struttura formata da due palazzine. Come spiegato da una nota di Roma Capitale, la costruzione si affaccerà su una corte verde pubblica aperta verso via Cardinal Capranica, sarà delimitata per due lati dall’edificio residenziale, su un lato da alberature che schermeranno la viabilità carrabile e sul quarto dal parcheggio. Il nuovo sistema di abitazioni sarà suddiviso in 2 palazzine di 5 piani che ospiteranno 71 alloggi, con metratura variabile tra 45 e 145 mq, suddivisi in appartamenti e co-housing.

Le due nuove strutture saranno ad alto efficientamento energetico. La costruzione prevede inoltre un minore consumo di suolo rispetto all’impianto originario. Considerando che l’ex scuola si estende su una superficie di 3.245 mq e il nuovo plesso avrà un’estensione di 2.140 mq, sarà possibile utilizzare una parte del suolo oggi edificato, attrezzandolo con verde pubblico di quartiere, con un parcheggio, con attività sportive e attrezzature sociali di servizio.  

Per agevolare la mobilità e aumentare la sicurezza, infine, sarà realizzato il prolungamento di via Cardinal Domenico Capranica fino all’intersezione con via Boccea, in conformità con il Programma di Recupero Urbano “Primavalle Torrevecchia”.

Fonte: Idealista.it

Il miglior mutuo surroga di oggi 14 febbraio 2023

Una rata del mutuo che cresce e si fa insostenibile a causa degli aumenti dei tassi di interesse? Un modo per abbassarla e pagare di meno è la surroga del mutuo. Cosa significa? Surrogare il mutuo vuol dire trasportare il proprio mutuo da una banca all’altra senza preoccuparsi della burocrazia nè dei costi, che vengono gestiti e sostenuti dalla nuova banca. Ma in quale banca conviene fare la surroga? Ecco la migliore offerta di oggi, 14 febbraio 2024.

  1. I tassi dei mutui di oggi 14 febbraio 2024
  2. Il miglior mutuo surroga di oggi 14 febbraio 2024
  3. Trova gratis il mutuo ideale per te

I tassi dei mutui di oggi 14 febbraio 2024

Quali sono i tassi dei mutui oggi? Il 14 febbraio 2024 il tasso di riferimento per i mutui variabili non presenta movimenti di rilievo, mentre per quanto riguarda l’Eurirs si registrano lievi aumenti rispetto a due settimane fa. Nel dettaglio:

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Il miglior mutuo surroga di oggi 14 febbraio 2024

Con il servizio Confronta Mutui puoi confrontare le migliori offerte di mutuo disponibili in banca oggi, per trovare gratis quello migliore per te. Simulando la richiesta di un mutuo residuo da 100 mila euro di durata ventennale, per una casa situata a Roma, a tasso fisso, da parte di un impiegato a tempo indeterminato di 45 anni con reddito 2600 al mese, la migliore offerta di mutuo surroga del 14 febbraio 2024 è la seguente:

Credit Agricole: rata mensile 532 euro, Tan 2,55%, Taeg 2,65%, spese di istruttoria e perizia gratuite.

Trova gratis il mutuo ideale per te

Con il simulatore idealista/mutui è possibile calcolare la rata media del mutuo disponibile oggi in banca. Ipotizzando un prezzo dell’immobile di 200 mila euro e un capitale iniziale di 70 mila euro e una richiesta di 130 mila euro da rimborsare in 30 anni, il tasso variabile medio disponibile oggi è di 5,23 per cento con una rata di 716 euro mensili (escluse tasse e spese), per un costo totale inclusi gli interessi di 327.849 euro. Il tasso fisso medio disponibile oggi è invece del 3,80 per cento, con una rata di 605 euro mensili (escluse tasse e spese), per un costo totale inclusi gli interessi di 288.069 euro.

Fonte: Idealista.it

Casa, Istat: nel II trimestre crollano compravendite, -16% su anno

Convenzioni notarili per mutui -35,3%

Nel II trimestre 2023 sono 235.725 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo onerosi per unità immobiliari. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è di -4,1% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato non destagionalizzato è di -16%. Lo ha reso noto l’Istat.

Nel confronto congiunturale l’abitativo segna variazioni percentuali negative in tutte le ripartizoni geografiche del Paese (Nord-ovest -5,9%. Nord-est -5,1%, Sud -4,1%, Centro -2,4%), fatta eccezione per le Isole che rimangono sostanzialmente stabili (+0,1%). Il settore economico è in diminuzione su tutto il territorio nazionale: nel Nord-ovest -5,4%, nelle Isole -3,2%, al Centro -3,0%, nel Sud -0,6% e nel Nord-est -0,4%.

Il 94% delle convenzioni stipulate riguarda i trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (221.514), il 5,7% quelli a uso economico (13.373) e lo 0,4% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (838). Rispetto al II trimestre 2022 le transazioni immobiliari diminuiscono del 16,7% nel comparto abitativo e dell’1,5% nell’economico.

A livello territoriale il settore abitativo segna, su base annua, variazioni percentuali negative in tutto il Paese: Nord-ovest -21,6%, Centro -17,8%, Sud -14,8%, Nord-est -13,8% e Isole -5,5%. Il settore economico diminuisce nel Nord-ovest (-6,5%), nel Centro (-6,4%) e nelle Isole (-4,2%), mentre aumenta nel Nord-est (+6,2%) e al Sud (+4,9%). Nel settore abitativo le compravendite si riducono sia nei grandi sia nei piccoli centri (rispettivamente -20,9% e -13,5%); in quello economico, diminuiscono nei grandi centri (-6,6%) e aumentano nei piccoli (+2,1%).

Compravendite I semestre 2023

Nel I semestre 2023 il mercato immobiliare, con 446.416 convenzioni notarili di compravendita, registra un andamento in ribasso rispetto allo stesso periodo del 2022 (-13,7%). Lo ha reso noto l’Istat.

La flessione interessa il settore abitativo (-14,4%), con variazioni negative superiori alla media nazionale nel Nord-ovest (-19,3%) e al Centro (-17%); pi? lieve il calo nel Nord-est -11,1%, Sud -10,2% e Isole -5,2%. Il settore economico è stabile a livello nazionale mentre registra un andamento differenziato per area geografica: segna una crescita al Sud (+5,2%) e nel Nord-est (+4,6%) e una contrazione al Centro (-4,2%), nel Nord-ovest (-3,1%) e nelle Isole (-1,8%).

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (152.094 nel I semestre 2023) sono in forte calo (-33,3%). La diminuzione interessa soprattutto il Nord-ovest (-38,7%) e il Centro (-35,1%); più contenuta nel Sud -29,2%, Nord-est -28,1% e Isole -26,6%.

Convenzioni notarili per mutui

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono 78.512. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è di -7,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato non destagionalizzato è di -35,3%. Il calo interessa tutto il territorio su base sia congiunturale (Sud -9,5%, Nord-ovest -8,4%, Nord-est -7,6%, Isole -6,3% e Centro -3,9%) sia annua (Nord-ovest -40,6%, Centro -36,2%, Sud -32,5%, Nord-est -30,4%, Isole -27,6%, città metropolitane -39,5% e piccoli centri -31,7%).

Fonte: Idealista.it