Piano Casa, Spaziani Testa: “Soluzione dei problemi interni alle abitazioni e riordino del Testo Unico dell’Edilizia i temi centrali della terza riunione”

L’Organizzazione di proprietari da casa ha chiesto di rafforzare la locazione privata

Soluzione dei problemi interni alle abitazioni e riordino del Testo Unico dell’Edilizia sono le due questioni principali di cui si è discusso nel corso della terza riunione del tavolo di consultazione per l’adozione di un Piano Casa che si è svolta giovedì 4 aprile al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del ministro Matteo Salvini con il Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e rappresentanti di circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. All’incontro ha partecipato anche Confedilizia, che ha posto l’attenzione sulla necessità di rafforzare la locazione privata. A idealista/news, il presidente dell’Organizzazione dei proprietari di casa, Giorgio Spaziani Testa, ha parlato di quanto emerso e ha illustrato le proposte presentate.

Mit: “Presentate misure volte a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali”

Come spiegato da una nota dello stesso Mit, nel corso della terza riunione sul Piano Casa sono state presentate le linee di indirizzo che dovrebbero portare alla definizione di norme per intervenire sulla casa. Nello specifico, misure volte a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali.

In particolare, difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche; difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Il tutto – sempre in base a quanto sottolineato dalla nota del Mit – con l’obiettivo di “tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa”.

Spaziani Testa: “Al centro della terza riunione il tema della regolarizzazione delle piccole difformità interne alle abitazioni. Noi abbiamo chiesto di rafforzare la locazione privata”

Cosa è emerso durante la terza riunione sul Piano Casa?

“Innanzitutto, inquadriamola: quella del 4 aprile è stata la terza riunione del tavolo di consultazione istituito dal ministro delle Infrastrutture sul cosiddetto Piano Casa. La inquadro perché nelle precedenti riunioni, in particolare nella seconda, dopo aver ascoltato i vari partecipanti, era stato dato un quadro di interventi possibili per una finalità che è quella di aumentare l‘offerta abitativa.

Le misure volte a regolarizzare le piccole difformità interne alle abitazioni, preannunciate dal ministro Salvini in un nostro convegno a Piacenza e di cui ora si sta parlando, apparentemente non sono in linea con il Piano Casa, il cui obiettivo è aumentare l’offerta abitativa, ma lui le inquadra in quel Piano sostenendo che rendendo più commerciabili gli immobili, quelli bloccati da questioni formali o sostanziali legate a interventi da aggiustare, si aiuta anche l’offerta abitativa”.

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Cosa è stato spiegato nel dettaglio?

“Nella riunione di giovedì 4 aprile ci è stato spiegato – senza produrre un testo, ma illustrando le misure tramite slide e parole – quali sono le linee di intervento,

come intendono agire con decreto-legge per risolvere il problema delle piccole difformità interne alle abitazioni.

Quello che ci è stato illustrato a grandi linee, ma anche con qualche dettaglio, è un sistema di soluzione di questi problemi interni alle abitazioni.

Poi ci è stato detto che, con uno strumento diverso, un disegno di legge, si farebbe una cosa più ampia di riordino e di rivisitazione del Testo Unico dell’Edilizia per risolvere anche altri problemi, ma con più calma.

Questo è un po’ il contenuto dell’incontro, che ovviamente dovrà poi essere definito con un testo. Se le misure saranno come annunciato, saranno accettabili anche da chi le sta criticando sul presupposto che non siano ciò che viene raccontato”.

Questa terza riunione si è focalizzata quindi su questo tema?

“Esclusivamente su questo, salvo per esempio il mio intervento. Perché io sono intervenuto per dire che siamo d’accordo sull’impostazione, salvo rivedere il testo, ma rinnoviamo l’invito a fare misure più direttamente finalizzate ad aumentare l’offerta abitativa”.

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A tal proposito, quali sono le vostre proposte?

“Il principio è rafforzare la locazione privata. Ma oltre al principio ci sono le misure concrete.

Per quanto riguarda le misure fiscali: azzeramento dell’Imu per i contratti a canone concordato e applicazione in tutta Italia della cedolare secca al 10% relativa a tali locazioni. Sul piano civilistico, invece, chiediamo di dare più garanzie ai proprietari per il rientro in possesso degli immobili.

In particolare, in merito a quest’ultimo punto, sappiamo che si continua a dire che c’è offerta abitativa limitata anche perché molti proprietari o non mettono in locazione gli immobili o li danno in locazione breve. Poiché questo spesso avviene per paura di non rientrare in possesso del proprio immobile nei tempi dovuti, noi chiediamo maggiori garanzie.

Sappiamo che il problema è nella fase esecutiva, non tanto in quella giudiziaria, noi quindi proponiamo di affiancare agli ufficiali giudiziari altre figure che possano cercare di accelerare quell’operazione che spesso è lunga. Bisogna velocizzare la fase esecutiva. È necessario cambiare prospettiva e far sì che anche a livello territoriale le prefetture e i commissariati diano per scontato che gli immobili vanno liberati e forniscano sempre la forza pubblica.

Abbiamo poi sottolineato la necessità di porre rimedio a quello scandalo che vede oltre 100mila case popolari non disponibili per varie ragioni. Non è accettabile sentire polemiche contro i proprietari privati che hanno i canoni troppo alti quando le case pubbliche pagate dai contribuenti non sono a disposizione di chi ne ha diritto”.

Per quanto riguarda il tema che ha occupato la scena durante la riunione, la regolarizzazione di piccole difformità, qual è la vostra posizione?

“In linea di massima, abbiamo espresso un’opinione positiva. Se l’operazione è come è stata descritta, se l’obiettivo è accelerare, consentire di risolvere e risolvere tutti i casi di incongruenze e difformità tra situazione fisica degli appartamenti e situazione formale degli stessi, per noi è un’ottima cosa. In questo caso si tratta di aiutare a muovere e quindi a far scambiare immobili che sono sul mercato, ma che non si riescono a vendere perché ci sono delle incongruenze, spesso difformità risalenti lontano nel tempo.

Se sarà così e se ci saranno anche le altre cose che ci sono state dette, come particolari tutele per gli immobili vincolati e per certe zone, se ci sarà anche la possibilità di obbligare a fare degli interventi legati alla sicurezza o ad altro in cambio della soluzione del problema, oltre che il pagamento di denaro ai Comuni, si tratta di una cosa ragionevolissima che porterà solo benefici al mercato. Poi, se ci sarà altro, lo giudicheremo”.

Fonte: Idealista.it

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