Pnrr a Roma, al via gli interventi per la qualità dell’abitare. Veloccia: “Promuoviamo una rigenerazione urbana e sociale”

La trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria, in via Cardinal Domenico Capranica, è il primo progetto PINQuA a partire e verrà terminato entro marzo 2026

ll Pnrr a Roma entra nella sua fase attuativa. Il primo progetto PINQuA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) a partire nella Capitale è la trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria, in via Cardinal Domenico Capranica, in zona Torrevecchia – Primavalle, in un complesso di edilizia residenziale pubblica. L’intervento, progettato dal Dipartimento Pau ed eseguito dal Dipartimento Csimu, ha un costo di circa 24 milioni di euro cofinanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e darà vita a due nuove strutture ad alto efficientamento energetico destinate a diventare un plesso residenziale misto, con spazi per funzioni sociali e servizi comuni. Il termine dei lavori è previsto entro marzo 2026. Per capire qualcosa di più, idealista/news ha rivolto qualche domanda a Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale.

Come cambierà l’ex Istituto Scolastico Don Calabria?

“Stiamo innanzitutto parlando di un immobile che purtroppo è stato abbandonato per tanti anni e poi occupato da varie persone in emergenza abitativa, quindi di un immobile degradato, fatiscente, che costituiva anche un elemento di grande insicurezza per il quartiere.

L’immobile cambierà intanto grazie a un investimento di oltre 24 milioni di fondi del Pnrr e si trasformerà in un nuovo edificio. Ci sarà una vera e propria sostituzione edilizia: al posto del vecchio edificio, che non aveva alcun tipo di caratteristica moderna e che è in fase di demolizione, ne nascerà uno molto moderno.

Un edificio progettato insieme all’Università ‘La Sapienza’, dal professor Alfonso Giancotti, che occuperà meno suolo rispetto a quello preesitente a terra. Ci sarà dunque recupero di suolo e non nuova occupazione di suolo. Verranno realizzate due palazzine di cinque piani che ospiteranno 71 alloggi. Ci saranno molti alloggi di edilizia economica e popolare, ma anche di housing sociale, e poi ci saranno delle progettualità sperimentali: due alloggi di co-housing e un alloggio destinato a giovani adulti disabili.

Ci saranno poi degli spazi a servizio della collettività. L’idea, quindi, è quella di dar vita a un complesso che non comprenda solo case, ma al piano terra anche servizi per il quartiere. Avremo poi degli spazi esterni che saranno completamente riqualificati. Ci sarà quindi anche un recupero della qualità urbana, dello spazio pubblico. Sulla corte avremo tutti gli spazi a servizio e poi un verde che potrà essere utilizzato ovviamente dai cittadini che abiteranno lì, ma anche dalla città, sarà quindi aperto al pubblico”.

Qual è l’obiettivo della nuova costruzione?

“Con questo intervento vorremmo cogliere due aspetti fondamentali:

il primo è eleminare una situazione di degrado e di abbandono; il secondo è quello di promuovere una vera e propria rigenerazione urbana, quindi non soltanto un rinnovamento edilizio.

Rigenerazione urbana significa non solo migliorare un aspetto esteriore di un luogo, ma anche la vita di chi ci abita. Tutto ciò si traduce in case che possano essere accessibili – quindi edilizia residenziale pubblica e housing sociale – per affrontare un problema della città e in servizi per cercare di migliorare la qualità della vita delle persone. Un grande obiettivo sociale, un’urbanistica sociale se vogliamo, non soltanto edilizia, non solo un rinnovamento edilizio”.

Quando è prevista la conclusione dei lavori?

“A differenza del passato, la previsione è obbligata e questa è un’altra grande sfida che abbiamo come Amministrazione. Dobbiamo infatti rendicontare entro giugno 2026 tutti i lavori della Commissione europea. Questa è un po’ una spada di Damocle, ma è anche uno sprone a non perdere tempo e a risolvere i problemi velocemente. C’è una grande tensione, ma anche un grande stimolo a fare bene, a fare in fretta e a cogliere l’opportunità di un finanziamento internazionale per realizzare un’opera così importante”.

La trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria in un complesso di edilizia residenziale pubblica rappresenta il primo progetto PINQuA. Quali sono gli altri progetti?

“Abbiamo un secondo progetto che abbiamo portato in approvazione in Giunta e che riguarda Tor Bella Monaca, dove ci sarà un’operazione non di demolizione e ricostruzione, ma di riqualificazione complessiva del comparto R5, un enorme comprensorio di oltre 1.200 appartamenti di proprietà comunale e che per tanti anni è stato abbandonato. Fortunatamente il comparto è vissuto, ci sono famiglie all’interno, ma in condizione precarie da un punto di visto della manutenzione.

Anche in questo caso faremo un’operazione non soltanto di riqualificazione edilizia, ma anche di trasformazione, perché andremo ad eliminare tutti i piani terra e a trasformarli in servizi per il territorio, con un’idea di rigenerazione che passa attraverso l’accostare alle case anche funzioni, servizi, luoghi di incontro e di aggregazione che purtroppo mancavano.

L’altra progettualità, ancora diversa, è quella dell’ex caserma di Porto Fluviale. Anche questa la realizziamo con fondi PINQuA, quindi sempre fondi del Pnrr. Si tratta di una situazione ancora diversa, perché abbiamo un immobile vincolato, quindi che non potrà essere demolito, ma che dovrà essere risanato con un restauro conservativo. Nella struttura ancora oggi ci sono cinquanta nuclei familiari, quindi l’operazione è ancora più complessa perché dobbiamo unire il lavoro di accompagnamento sociale di queste famiglie che sono ancora nell’immobile alla trasformazione dell’immobile stesso.

Si tratta di un’operazione molto importante e ancora più delicata. Stiamo completando il lavoro con i nostri servizi sociali e con il patrimonio per individuare le collocazioni alternative, perché non faremo operazioni di sgombero forzato, ma di accompagnamento sociale. Nel frattempo, abbiamo fatto un’enorme opera con il Ministero della Cultura, proprio perché si tratta un immobile vincolato, e con la Difesa, che lo ha ceduto gratuitamente all’Amministrazione Capitolina, quindi acquisiamo patrimonio. L’ex caserma di Porto Fluviale diventerà anch’essa un compendio di case popolari con servizi pubblici al piano terra”.

Il progetto di via Cardinal Domenico Capranica a Roma

Trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don Calabria

Il progetto di trasformazione dell’ex Istituto Scolastico Don CalabriaRoma Capitale

La scorsa settimana è iniziata la demolizione dell’ex istituto scolastico Don Calabria di via Cardinal Domenico Capranica a Roma. L’intervento prevede la realizzazione di una nuova struttura formata da due palazzine. Come spiegato da una nota di Roma Capitale, la costruzione si affaccerà su una corte verde pubblica aperta verso via Cardinal Capranica, sarà delimitata per due lati dall’edificio residenziale, su un lato da alberature che schermeranno la viabilità carrabile e sul quarto dal parcheggio. Il nuovo sistema di abitazioni sarà suddiviso in 2 palazzine di 5 piani che ospiteranno 71 alloggi, con metratura variabile tra 45 e 145 mq, suddivisi in appartamenti e co-housing.

Le due nuove strutture saranno ad alto efficientamento energetico. La costruzione prevede inoltre un minore consumo di suolo rispetto all’impianto originario. Considerando che l’ex scuola si estende su una superficie di 3.245 mq e il nuovo plesso avrà un’estensione di 2.140 mq, sarà possibile utilizzare una parte del suolo oggi edificato, attrezzandolo con verde pubblico di quartiere, con un parcheggio, con attività sportive e attrezzature sociali di servizio.  

Per agevolare la mobilità e aumentare la sicurezza, infine, sarà realizzato il prolungamento di via Cardinal Domenico Capranica fino all’intersezione con via Boccea, in conformità con il Programma di Recupero Urbano “Primavalle Torrevecchia”.

Fonte: Idealista.it

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