Compravendite immobiliari: gli italiani investono ancora nel mattone

L’Agenzia delle Entrate ha evidenziato un dato a chiusura del 2023 che parla di compravendite immobiliari a 709.591, una decrescita del 9,7 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Tecnocasa, dopo il risultato brillante del 2022, si confermano dunque le aspettative di ridimensionamento dei volumi di compravendita che restano comunque su numeri interessanti e restituiscono un mercato comunque dinamico, con investitori in aumento.

  1. Transazioni immobiliari nelle città italiane
  2. Comprare casa per investimento
  3. Quanto rende investire nel mattone
  4. Investire in prime e seconde case
  5. Età media degli acquirenti
  6. Le case più acquistate dagli italiani

Transazioni immobiliari nelle città italiane

I comuni capoluogo, rileva Tecnocasa, chiudono con 221.144 compravendite in calo del 10,7% rispetto al 2022, mentre i comuni non capoluogo invece fanno -9,2% passando da 537857 a 488.447, un risultato leggermente migliore. Tra le grandi città è Napoli che mette a segno la contrazione più bassa: -4,4%. Fanalino di coda Bari con -19,1%.

Se si limita l’analisi al quarto trimestre Bari registra il calo più importante con -15,7% mentre Palermo registra solo un -1,6%. Vale la pena sottolineare il buon risultato di Milano e Genova nel quarto trimestre: -2,3%.

Le previsioni per l’anno in corso sono orientate verso un ulteriore ribasso dei volumi anche se la rete nei primi mesi del 2024 ci segnala una maggiore fiducia in chi si avvicina all’acquisto, alla luce dei miglioramenti registrati sul fronte creditizio.

Comprare casa per investimento

Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa il 19,6% delle compravendite immobiliari, nella prima parte del 2023, è stato realizzato per investimento, in leggero aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando la percentuale si attestava intorno al 16,8%. L’inflazione in crescita, infatti, sta spingendo i risparmi sul mattone che viene sempre considerato un ottimo impiego del capitale. Influisce anche il ritorno dei flussi turistici che ha portato nuovamente alla ribalta gli acquisti di immobili da destinare a ricettività sia nelle città più attrattive sia nelle località turistiche. L’analisi considerata prende in esame locazioni a lungo termine e non stagionali. La possibilità di ottenere canoni di locazione continuativi induce prudenza nei proprietari, soprattutto negli ultimi tempi alla luce dell’incertezza e dei rincari dei costi energetici.

Quanto rende investire nel mattone

I rendimenti annui da locazione restano comunque interessanti: per un bilocale di 65 mq nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 5,2%, le metropoli che spiccano per avere i rendimenti maggiori sono: Genova con 6,6%, Palermo con 6,4%, Verona con 6,3%.

Chi investe nel mattone mira anche alla rivalutazione dell’immobile e, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un recupero dei prezzi.

Gli investitori preferiscono le aree con la presenza di atenei, di servizi (il cui peso è sempre maggiore dopo il lockdown) e sottoposte ad interventi di riqualificazione.

In genere, chi investe nel settore immobiliare non guarda solo ai rendimenti da locazione ma anche e soprattutto alla rivalutazione del capitale. Dal 1998 al 2023, limitando l’esame alle grandi città italiane risulta una rivalutazione dei prezzi del 46%. Quella che si è rivalutata maggiormente è stata Milano con 132,1%, seguita da Napoli con 72,1% e Firenze con il 71,2%.

tassi di investimento sono mediamente più alti nelle grandi città (28,6%), con Verona che guida la classifica con una forte presenza di investitori (43,1%), seguita da Napoli (41,2%). Subito dopo si piazzano Palermo e Milano con percentuali di investimento intorno al 35%. In particolare, a Milano il 2023 ha evidenziato una quota di investitori nettamente più alta rispetto a quanto registrato negli anni precedenti, quando si oscillava tra il 23% e il 27%, a conferma del grande interesse che il capoluogo lombardo sta suscitando negli investitori, anche grazie ai numerosi interventi di rigenerazione previsti in città.

Investire in prime e seconde case

Per quanto riguarda il settore della casa vacanza a livello nazionale non si registrano particolari variazioni rispetto al 2022, nell’ultimo anno infatti il 7,1% delle compravendite ha riguardato questo segmento. Si tratta di percentuali alte, cresciute subito dopo l’arrivo della pandemia, nel 2019 infatti la quota si fermava 5,8%

Cresce la percentuale di residenti in grandi città che si sposta nell’hinterland per l’acquisto dell’abitazione principale: nell’ultima rilevazione, 23 residenti su 100 hanno scelto di acquistare fuori città. Una tendenza che non sorprende alla luce dei cambiamenti che la pandemia ha messo in moto in termini di tipologia di casa ricercata, all’aumento dei prezzi delle case e alla minore disponibilità di spesa causata dall’aumento dei tassi di interesse.

Età media degli acquirenti

In Italia cresce l’età media degli acquirenti, si passa dai 42,7 anni del 2022 ai 43,7 anni del 2023. Negli ultimi 5 anni è la prima volta che si registra un aumento dell’età media, tale trend è determinato anche dalla crescita della componente investitori, target che ha un’età media più alta.

I più attivi sul mercato rimangono comunque gli acquirenti con un’età compresa tra 18 e 34 anni che compongono il 28,8% del totale (arrivavano al 31,2% nel 2022), mentre nel 2019 la maggior parte degli acquirenti aveva un’età compresa tra 35 e 44 anni (27,8%).

Le case più acquistate dagli italiani

Tra le grandi città Milano si piazza al primo posto per quanto riguarda gli acquisti da parte di under 34 (37,5%), al secondo posto Torino, dove gli under 34 effettuano il 34,4% delle compravendite.

Il trilocale rimane sempre la tipologia più compravenduta in Italia (33,9%), al secondo posto si piazzano le soluzioni indipendenti e semindipendenti che arrivano al 21,2%, quota sostanzialmente uguale a quella registrata nel 2022, ma in crescita se confrontata con il 2019 quando si fermava al 19%. Infatti, le soluzioni indipendenti con l’arrivo del covid hanno visto un aumento di compravendite, tendenza che a partire dal 2022 si è leggermente affievolita. Situazione completamente diversa a Milano, dove la tipologia più acquistata è il bilocale (48,5%), mentre al secondo posto si piazzano i trilocali.

A livello nazionale la percentuale di compravendite di abitazioni in classe energetica A e B si attesta al 6,5%, quota simile a quella registrata nel 2022, mentre nel 2021 era più alta e sfiorava l’8%. Si assiste quindi ad una lieve contrazione degli acquisti di abitazioni in classe energetica elevata, diminuisce infatti l’offerta di soluzioni di nuova costruzione e di conseguenza cala anche la disponibilità di tipologie in classe energetica elevata.

A livello nazionale si registra una progressiva crescita della percentuale di acquisti da parte di single, che nel 2023 arrivano ad 1/3 sul totale delle compravendite mentre 2 volte su 3 a comprare sono famiglie. A Milano la percentuale di acquisti da parte di single è nettamente più alta e sfiora il 50%.

Fonte: Idealista.it

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