Bonus mobili 2024, come cambia la detrazione

Anno nuovo, regole nuove. Almeno per quanto riguarda alcune detrazioni fiscalilegate alla casa, per le quali interverranno delle modifiche. Tra queste, una delle più importanti riguarda il bonus mobili 2024. Si tratta di una specifica detrazione Irpef(al 50%) per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Nello specifico, dal 1° gennaio 2024 il tetto di spesa per calcolare la detrazione passa dagli 8.000 euro del bonus mobili 2023 a 5.000 euro. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere per poterne beneficiare.

  1. Bonus mobili ed elettrodomestici 2024, le novità
  2. Come ottenere il bonus mobili 2024
  3. Bonus mobili 2024: i requisiti
  4. Bonus mobili 2023 e 2024 sono cumulabili?

Bonus mobili ed elettrodomestici 2024, le novità

Come già accennato, il bonus mobili 2024 (o bonus elettrodomestici 2024) cambia parametri rispetto gli anni precedenti. Dal 1° gennaio 2024 saranno agevolabili le spese entro il limite massimo di 5.000 euro per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici per l’arredo di un immobile oggetto di interventi di ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio.

Lo scorso anno, invece, l’importo massimo detraibile era di 8.000 euro. Mentre per il 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione era pari a 16.000 euro. Discorso ancora diverso rispetto alle spese sostenute nel il 2022, con un limite di spesa fissato a 10.000 euro.

Come ottenere il bonus mobili 2024

Il bonus mobili 2024 è destinato a chi compra entro il 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori) contestualmente a interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.

La detrazione Irpef del 50%, entro un limite di spesa di 5.000, deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo e si ottiene dimostrando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. Il pagamento dei mobili e dei nuovi elettrodomestici va effettuato con bonifico o carta di debito o credito (è necessario utilizzare mezzi di pagamento tracciabili). Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri strumenti.

La detrazione per il bonus mobili 2024 è ammessa anche se i mobili e gli elettrodomestici vengono comprati con un finanziamento a rate, a patto che la società che concede il prestito paghi il corrispondente con le stesse modalità che abbiamo indicato in precedenza e che il contribuente conservi una copia della ricevuta del pagamento.

Bonus mobili 2024: i requisiti

Il bonus mobili spetta a chi acquista, entro il 31 dicembre 2024, mobili ed elettrodomestici nuovi. Non sono però agevolabili le spese per porte, pavimentazioni come il parquet, tende e complementi d’arredo. I beneficiari devono aver realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che sono coperti dalla detrazione Irpef al 50% le spese entro il limite di 5.000 euro per:

  • armadi, letti, cassettiere, librerie;
  • cucine, credenze;
  • tavoli, scrivanie;
  • sedie, divani, poltrone;
  • materassi;
  • apparecchi di illuminazione;
  • frigoriferi e congelatori con classe energetica non inferiore alla F;
  • lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici con classe energetica non inferiore alla E;
  • apparecchi di cottura;
  • forni elettrici con classe non inferiore alla A;
  • stufe elettriche e ventilatori elettrici;
  • forni a microonde, piani a induzione, piastre riscaldanti elettriche;
  • radiatori elettrici;
  • apparecchi per il condizionamento.

Sia i mobili sia gli elettrodomestici possono essere comprati anche all’estero e da un’azienda estera. Nella somma detraibile sono incluse le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Bonus mobili 2023 e 2024 sono cumulabili?

La risposta a questo quesito è abbastanza articolata. Innanzitutto, va però specificato che i tetti di spesa stabiliti per i singoli anni non sono cumulabili in caso di acquisti distribuiti su più anni. Dal tetto di spesa relativo all’anno in cui si effettua l’acquisto è sempre necessario sottrarre le spese già sostenute nell’anno precedente. Facendo l’esempio pratico, il tetto di spesa di 5.000 euro previsto per il 2024 non si può sommare al limite di 8.000 euro in vigore nel 2024.

In sostanza, non si può beneficiare della totalità del tetto di spesa del bonus mobili ed elettrodomestici di anni diversi. Chi ha effettuato alcuni acquisti nel 2023 (tetto di spesa di 8.000 euro) e ne effettua altri nel 2024 (tetto di spesa di 5.000euro) deve rientrare in specifici parametri e, quindi: se nel 2023 si spendono più di 5.000 euro, anche se non si sono raggiunti gli 8.000 previsti dalla legge, nel 2024 non sarà più possibile fare acquisti detraibili.

Fonte: Idealista.it

Ripresa dell’offerta immobiliare in vendita in Italia: su del 3% nel III trimestre

Secondo l’analisi condotta da idealista, il principale portale immobiliare per l’innovazione tecnologica in Italia, nel trimestre più recente c’è stato un incremento del 3% nel numero di case in vendita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale aumento rappresenta una significativa accelerazione dell’offerta, considerando che nel terzo trimestre del 2022 si era verificata una diminuzione dell’11% delle proprietà disponibili rispetto all’anno prima.

Capoluoghi 
Settantatré (73) capoluoghi italiani registrano un aumento dell’offerta immobiliare.
Tra le città che trainano questa crescita spiccano Benevento (35%), Sondrio (34%) e Campobasso (31%). Altri incrementi variano dal 29% a Vercelli all’1% a Messina, Piacenza, Reggio Emilia e Trapani.

Nei principali mercati urbani, si notano significativi aumenti a Bologna (15%), Milano (+14%) e Palermo (11%), mentre crescono sopra la media del periodo anche Roma (6%) e Torino (5%). Rialzi più contenuti nelle altre città; non si rilevano variazioni a Potenza, Genova, Reggio Calabria e Vicenza.

D’altra parte, si osservano riduzioni nell’offerta immobiliare in 30 capoluoghi, con cali più pronunciati a Napoli (-31%), Crotone (-25%), La Spezia (-22%) e Lodi (-20%). Le restanti 26 città vedono diminuzioni, tra cui Firenze (-11%) e Venezia (-10%).

Province
Analizzando le province italiane, emerge una netta prevalenza di incrementi dell’offerta in 76 delle 106 aree monitorate nel confronto con il terzo trimestre del 2022. La maggiore crescita si registra a Benevento (23%), seguita da Bolzano, Trieste e Campobasso (tutte con un 22%). Importanti aumenti si riscontrano anche a Bologna e Palermo (16%) e Milano (9%). Crescite più contenute a Roma (6%), Torino (3%) e Napoli (1%).

Nessuna variazione si rileva nelle province di Belluno, Novara, Treviso, Biella e Reggio Emilia. Al contrario, le maggiori riduzioni nell’offerta immobiliare coinvolgono Lecco (-15%), Lodi, Crotone e Padova (tutte segnano un -13%). Gli altri ribassi, inferiori al 10%, interessano 21 aree, tra cui il -7% di Trento e Verbano-Cusio-Ossola e il -1% di Aosta, Vibo Valentia e Livorno. Da segnalare anche i cali nelle province di Firenze e Venezia (-6%).

Fonte: Idealista.it

Dati di utilizzo del superbonus, i numeri Enea di ottobre 2023

L’Enea ha pubblicato i nuovi dati di utilizzo del superbonus, quelli relativi a ottobre 2023. In base a quanto evidenziato, il mese scorso l’incentivo ha registrato a livello nazionale un totale degli investimenti pari a 93,8 miliardi di euro, per un totale degli investimenti ammessi a detrazione pari a 92,4 miliardi di euro e un totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione pari a 76,6 miliardi di euro. Gli investimenti ammessi a detrazione sono conclusi per l’82,9%. Il costo per lo Stato risulta pari a 83,8 miliardi di euro.

dati Enea sul superbonus 110 per cento tengono conto del numero di asseverazioni caricate sul sito dedicato; del valore assoluto degli investimenti ammessi alla detrazione; dei valori assoluti e percentuali dei lavori già completati. Sono inoltre specificati i dati per i lavori relativi a condomini (in attesa della proroga), edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti.

Dati Enea superbonus ottobre 2023

Enea

ottobre 2023 gli interventi in condominio il valore medio dell’investimento risulta pari a 642.852,56 euro, per efficientare gli edifici unifamiliari il valore medio dell’investimento è invece pari a 117.501,33 euro, per i lavori sulle unità immobiliari funzionalmente indipendenti il valore medio dell’investimento è pari a 98.532,70 euro, per i castelli infine il valore medio dell’investimento è pari a 254.502,46 euro. Dai dati emerge ancora una volta che la crescita degli investimenti legati al superbonus è determinata dai condomini.

A settembre 2023 per gli interventi in condominio il valore medio dell’investimento risultava pari a 643.059,50 euro, per efficientare gli edifici unifamiliari il valore medio dell’investimento era invece pari a 117.461,91 euro, per i lavori sulle unità immobiliari funzionalmente indipendenti il valore medio dell’investimento era pari a 98.504,22 euro, per i castelli infine il valore medio dell’investimento era pari a 254.502,46 euro. Dai dati emerge che per i condomini è stata registra ancora una volta una crescita.

Nel dettaglio, i dati Enea sul superbonus 110 per cento relativi a ottobre 2023 indicano che a livello nazionale il totale degli investimenti ammessi a detrazione è stato di 92,4 miliardi di euro per un costo di oltre 83,8 miliardi di detrazioni fiscali. Gli investimenti per interventi di efficientamento energetico agevolati con il superbonus hanno interessato 438.137 edifici.

A fine settembre il totale degli investimenti ammontava a 88 miliardi di euro, a fine agosto a 85 miliardi di euro, a fine luglio a 82,9 miliardi di euro, a fine giugno a 79,9 miliardi di euro, a fine maggio a 77 miliardi di euro, a fine aprile a 74,6 miliardi di euro, a fine marzo a 72 miliardi di euro, a fine febbraio a 68,5 miliardi di euro, a fine gennaio il totale degli investimenti ammontava a 65 miliardi di euro.

Il totale degli investimenti che hanno interessato i condomini è stato di 54,4 miliardi di euro, quelli che hanno interessato gli edifici unifamiliari sono stati di 27,9 miliardi di euro e quelli che hanno interessato le unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono stati di 11,3 miliardi di euro.

Fonte: Idealista.it

RE/MAX: contrazione del mattone nel I semestre del 2023, ma previsioni positive

Nei primi sei mesi dell’anno si è registrata una contrazione delle compravendite immobiliari, dovuta all’aumento dei tassi di interesse e all’incremento dei prezzi degli immobili. Uno scenario che potrebbe prolungarsi anche nella seconda parte dell’anno, ma le previsioni sul medio-lungo periodo potrebbero essere positive. A dirlo è l’ottava edizione del Real Estate DATA HUB di Re/Max Italia che ha analizzato l’andamento del settore durante i primi sei mesi del 2023.

Dopo una overview sullo scenario economico, il Report, realizzato dai Centri Studi di RE/MAX Italia e di Avalon Real Estate e dall’Ufficio Studi di 24MAX, presenta dettagliati approfondimenti sulle città di Milano, Bergamo, Roma e Napoli e sulle relative regioni, esaminate per singoli comparti: residenziale, logistico, direzionale, commerciale e ricettivo.

Secondo l’analisi degli immobili transati riportata dal Real Estate DATA HUB, si conferma la preferenza degli acquirenti per i trilocali (40,32% sul totale). Seguono i bilocali (22,90%) e i quadrilocali (18,81%). Si registra anche un aumento degli immobili transati con cinque o più locali rispetto all’anno precedente. Stabili i monolocali, che rappresentano circa il 3% del totale.

Le regioni che trainano il mercato immobiliare si confermano essere la Lombardia al Nord, seguita da Veneto e Piemonte; il Lazio al Centro, insieme ad Emilia-Romagna e Toscana; la Puglia al Sud, con la Campania. Nelle Isole il maggior numero di immobili transati si registra in Sicilia. Confrontando i primi tre trimestri del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, si nota un declino della domanda diffuso su tutta la Penisola.

Analizzando tempi di vendita e locazione, i giorni di mercato risultano essere in continua riduzione, con tempi minori al Nord rispetto al Sud. Nel terzo trimestre del 2023 sono necessari in media circa 6 mesi e mezzo per concludere una transazione.

L’andamento dei prezzi rivela complessivamente un trend di crescita nel lungo periodo. Nel breve, il primo trimestre 2023 registra prezzi al metro quadro più alti del 2,40% rispetto al primo trimestre 2022 e del 1,10% rispetto al primo trimestre 2021. Decresce il secondo trimestre 2023, che osserva un -1,08% rispetto alla media dei prezzi del 2022 e un +3,45% rispetto allo stesso periodo del 2021. Prosegue il trend nel terzo trimestre, che segna un -7,09% rispetto all’anno precedente. Si ricorda che il 2022 aveva registrato una sensibile crescita dei prezzi, mentre il confronto con il 2021 restituisce una decrescita più contenuta, pari al -1,89%. La base dati fa riferimento ai soli immobili esistenti, escludendo le nuove costruzioni e le nude proprietà.

Il mercato dei mutui nel primo semestre 2023

Nel primo semestre 2023, secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi di 24MAX, l’importo medio finanziato è aumentato del 2,56%, passando da 121.802 euro del quarto trimestre 2022 a quasi 124.923 euro. Il 92,16% dei mutui erogati nel primo semestre è finalizzato all’acquisto; in diminuzione le seconde case e le surroghe. Tra chi richiede un mutuo, diminuisce il numero dei coniugati, mentre aumentano celibi, nubili e pensionati, segnale di maggior prudenza da parte delle famiglie. La fascia di età predominante è quella dei giovani dai 18 ai 34 anni.

Lo scenario nel medio lungo periodo

La visione positiva di RE/MAX Italia trova fondamento nel numero di acquisizioni di nuovi incarichi del primo semestre 2023, dove si osserva un maggior dinamismo rispetto allo stesso periodo del 2022, anche se il contesto economico generale fa prevedere una maggiore volatilità del mercato nel medio-lungo termine.

“Come prevedibile, l’aumento dei tassi di interesse, unito all’incremento dei prezzi degli immobili, ha determinato una contrazione delle transazioni nell’ultima parte del 2022 e nei primi mesi del 2023, con un rallentamento della domanda a fronte di un’offerta stabile. Uno scenario che potrebbe prolungarsi nell’ultima parte dell’anno, soprattutto se i tassi di interesse verranno mantenuti su alti livelli per almeno altri 12/18 mesi”, commenta Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia. Secondo le analisi riportate nel Real Estate DATA HUB, l’impatto sull’immobiliare dello scenario macroeconomico sembrerebbe tendenzialmente sfavorevole nel breve periodo, anche se il Centro Studi di RE/MAX Italia conferma una visione positiva nel medio-lungo periodo grazie alla probabile stabilizzazione dei tassi di interesse. “Le dinamiche del mercato immobiliare dei prossimi mesi, ovviamente, saranno fortemente condizionate dagli interventi di politica monetaria che andranno a influenzare le decisioni degli investitori e l’andamento del real estate in termini di numero di transazioni, volumi, rendimenti e prezzi”, aggiunge Castiglia.

Fonte: Idealista.it

Dove lasciare il monopattino elettrico in condominio? La normativa di riferimento

Il monopattino elettrico, mezzo di trasporto entrato a pieno titolo tra i diversi simboli della mobilità sostenibile nelle città, sta diventando sempre più popolare tra gli italiani. Con l’aumento dei noleggi e dell’uso delle app di sharing, è emerso anche un calo degli incidenti, ma la loro rapida diffusione ha sollevato nuove questioni relative alla sicurezza sulle strade.

Oltre ai luoghi pubblici all’aperto, le preoccupazioni relative alla sicurezza dei nuovi mezzi sono anche “entrate in casa”. In particolare, non è infrequente chiedersi dove lasciare il monopattino elettrico in condominio, quali sono le diverse opzioni disponibili per il parcheggio e quali le strategie da adottare per non arrecare danni all’edificio ma soprattutto agli altri residenti. A tal riguardo, è possibile affermare che sarebbe opportuno collocare il monopattino o effettuare la ricarica in spazi appositamente designati per questi mezzi elettrici, come le stazioni di rifornimento predisposte anche all’interno delle zone comuni del condominio.

  1. Dove lasciare il proprio monopattino elettrico?
  2. Le aree comuni dove lasciare il monopattino elettrico in condominio
  3. È possibile tenere il monopattino in casa?

Dove lasciare il proprio monopattino elettrico?

Il luogo in cui parcheggiare o conservare un monopattino elettrico può variare a seconda delle circostanze. Spesso, il parcheggio in strada o in apposite aree designate può essere la soluzione ideale.

Tuttavia, quando si vive in un condominio, desiderare di avere il monopattino vicino alla propria abitazione (o addirittura al suo interno) in modo da controllarlo frequentemente è molto comune. I proprietari di monopattini, naturalmente, non desiderano sapere né cosa succede se si bagna il monopattino elettrico né quali sono le conseguenze dei rischi dovuti al monopattino in carica negli spazi comuni dell’edificio.

A tal riguardo, è possibile affermare che se ci si sta chiedendo dove lasciare il monopattino elettrico in condominio, esistono diverse opzioni che tengono sempre conto di quanto sancito dal regolamento condominiale e dalle norme del Codice civile sull’uso degli spazi comuni del condominio. Seguendo tali regole è possibile garantire la sicurezza propria, dei residenti dell’edificio e anche del proprio mezzo di trasporto elettrico.

Le aree comuni dove lasciare il monopattino elettrico in condominio

In un condominio, il parcheggio e la conservazione dei monopattini elettrici possono essere regolamentati dall’apposito regolamento condominiale approvato dai residenti dell’edificio per garantire una pacifica convivenza con gli altri condomini.

Il regolamento condominiale può stabilire divieti o deroghe relativi al parcheggio di monopattini elettrici all’interno del condominio. In mancanza di un regolamento o di specifiche disposizioni o divieti, il riferimento giuridico è costituito, naturalmente, dal Codice civile. A tal riguardo è bene specificare che, le parti comuni del condominio sono menzionate nell’art.1117 c.c. e, secondo quanto stabilito dall’articolo 1102 del Codice civile (sulle comunioni in generali), è garantito ai residenti il diritto di utilizzo delle cose comuni, purché tale utilizzo sia congruente con la loro destinazione originaria e non impedisca agli altri di farne uso.

dove lasciare il monopattino elettrico

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Pertanto, spazi come corridoi, scale, pianerottoli, terrazze e giardini condominiali in genere non possono essere adibiti a parcheggi per motociclette, biciclette o monopattini elettrici, in quanto ciò non corrisponde alla loro destinazione prevista. Come già affermato, tuttavia, se il regolamento condominiale lo prevede esplicitamente, il monopattino elettrico può essere parcheggiato in tali aree della struttura condominiale.

Ad ogni modo, è bene notare che l’androne potrebbe essere utilizzato per una sosta temporanea, così com’è accettabile permettere la sosta ai condomini per scaricare valigie, pacchi o sacchetti della spesa. Tuttavia, ciò non vuol dire che è possibile fare dell’androne un vero e proprio parcheggio. Inoltre, non dovrebbe essere impedito a nessun condomino di introdurre momentaneamente un monopattino o altri mezzi leggeri in ascensore per poi riporli in casa. Qualsiasi divieto in tal senso all’interno del regolamento condominiale potrebbe essere considerato eccessivamente restrittivo.

È possibile tenere il monopattino in casa?

Tenere il monopattino elettrico all’interno della propria casa è generalmente consentito, a meno che il regolamento condominiale non contenga disposizioni restrittive in merito. Tuttavia, va posta una particolare attenzione alla sicurezza, poiché esistono rischi concreti legati alla conservazione dei monopattini elettrici all’interno delle abitazioni.

Infatti, qualora posti in carica all’interno dell’appartamento, potrebbero verificarsi incendi e, pertanto, è consigliabile non lasciare il monopattino in carica o acceso in casa. Invece, per la ricarica, dovrebbe essere parcheggiato nelle apposite aree predisposte per i monopattini.

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Dunque, la conservazione di un monopattino elettrico in condominio richiede la considerazione del regolamento condominiale, delle norme del Codice civile e, soprattutto, delle questioni legate alla sicurezza. Rispettare tali regole e precauzioni è essenziale per garantire la convivenza pacifica con gli altri condòmini e prevenire potenziali rischi per la sicurezza.

Infatti, il tema del parcheggio dei monopattini elettrici è principalmente legato a questioni di sicurezza, che non sorgono con la stessa urgenza nel caso delle comuni biciclette non elettriche. La legge finora non ha affrontato questa problematica in modo completo, nonostante gli sviluppi recenti in materia di sicurezza stradale, assicurazione dei monopattini elettrici e normative di circolazione previste dal nuovo Codice della Strada.

Fonte: Idealista.it

Affitti case, calo dei canoni ad ottobre (-2,2%). Scopri i valori nella tua città

Cala il prezzo dei canoni di locazione in Italia, sceso del 2,2% a ottobre rispetto al mese precedente, per attestarsi a 12,7 euro/m2. Nonostante la flessione di ottobre, il prezzo di richiesta segna un incremento record pari al 12,3% negli ultimi 12 mesi, secondo l’Ufficio Studi di idealista, il portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia.

Regioni
Il prezzo medio delle locazioni è diminuito in quasi tutte le regioni, ad eccezione di Trentino-Alto Adige (6,1%), Piemonte (2,6%), Umbria (0,8%), Sardegna (0,7%), Lombardia (0,6%) ed Abruzzo. Nella parte bassa del ranking, invece, i cali maggiori spettano al Lazio (-6%), seguito da Puglia e Molise (entrambe giù del 5,7%). Con ribassi percentuali superiori alla media del 2,2% registrato ad ottobre, troviamo Marche (-4,4%), Toscana (-4,4%), Friuli-Venezia Giulia (4,3%), Liguria (-3,6%), Calabria (-3,5%) e Valle d’Aosta (-2,3%). Il resto delle macroaree hanno registrato cali meno marcati.

Sul fronte dei prezzi, la regione più costosa per gli affitti risulta essere la Valle d’Aosta (20,6 euro/m2), a seguire troviamo Lombardia (17,7 euro/m2), Toscana (16,3 euro/m2), Trentino-Alto Adige (14 euro/m2), Emilia-Romagna (13,5 euro/m2) e Lazio (12,8 euro/m2). Le altre regioni, che si attestano su valori inferiori alla media nazionale, variano da 12,4 euro al metro quadro in Liguria a 6,3 euro/mese del Molise, la regione con le locazioni più convenienti in Italia.

Province
Nel mese in esame, la tendenza provinciale dei canoni di locazione evidenzia un chiaro ribasso, con cali riscontrati in 65 delle 105 zone monitorate. Le province che guidano questa diminuzione sono Brindisi (-17,4%), Latina (-13,7%), Ravenna e Fermo (-12,5%), Lucca (-11,7%), Crotone (-11%), Belluno (-10,8%), e Massa Carrara (-10,2%). Le restanti variazioni al ribasso di ottobre oscillano tra il 9,8% di Crotone e lo 0,1% di Cagliari.

Nel panorama delle province, Ferrara emerge come l’unica area a non aver subito variazioni di prezzo nell’ultimo mese. Al contrario, gli aumenti più significativi si concentrano a Trento (5,4%), Biella (5,3%), Bolzano (4,5%), e Rovigo (4,3%).

Lucca (27 euro/m2) si posiziona come la provincia italiana più costosa, seguita da Belluno (26 euro/m2) e Grosseto (24,9 euro/m2). La provincia di Milano si piazza al quarto posto con 21,6 euro al metro quadro, Roma sedicesima con 13,6 euro di media mensili. Dall’altra parte, Enna (4,8 euro/m2), Caltanissetta (5,3 euro/m2), e Alessandria (5,6 euro/m2) sono le province con gli affitti più accessibili.

Capoluoghi
In contrasto con le tendenze regionali e provinciali, si osserva un maggior numero di capoluoghi in crescita (46) rispetto a quelli in calo (34), con 3 città che mantengono prezzi stabili a ottobre (Novara, Rimini e Savona). Le maggiori variazioni al rialzo si verificano a Monza (7%), Chieti (6%) e Firenze (5,7%), mentre i cali più evidenti riguardano Potenza (-5,4%), Campobasso (-5,2%) e Pesaro (-5,1%). Tra i principali mercati cittadini in aumento, oltre a Firenze, si includono Genova (3,6%), Napoli (1,9%), Milano (1,4%), e Palermo (0,7%). Al contrario, si registrano cali a Torino (-0,1%), Bologna (-0,9%), Venezia (-1,3%), e Roma (-1,5%).

Milano si conferma come la città italiana con gli affitti più elevati, raggiungendo, a 22,9 euro/m², un record storico dall’introduzione dell’indice di idealista nel 2012. Firenze segue a 19,8 euro/m2, quindi Venezia e Bologna a 18 euro/m2, mentre Roma si posiziona sul quinto gradino delle città più care con i suoi 14,8 euro mensili. Al contrario, Vibo Valentia è la città più economica per l’affitto, con 4,7 euro al mese.

L’indice dei prezzi degli immobili idealista
Per la realizzazione dell’indice dei prezzi degli immobili di idealista vengono analizzati i prezzi di offerta basati sui metri quadri costruiti (a corpo) pubblicati dagli inserzionisti della piattaforma. Le inserzioni atipiche e le inserzioni con prezzi fuori mercato vengono eliminate dalle statistiche. Includiamo la tipologia di case unifamiliari (ville) e scartiamo immobili di qualsiasi tipologia che non hanno ottenuto interazioni da parte degli utenti per molto tempo. I dati finali vengono generati utilizzando la mediana di tutte le inserzioni valide in ciascun mercato.

Fonte: Idealista.it