Il 16 giugno è fissato il termine per il versamento della prima rata dell’IMU 2025. Fondamentale per il pagamento dell’imposta è conoscere i moltiplicatori (o coefficienti) per il calcolo IMU 2025 diversi a seconda delle categorie catastali. Ad esempio, per la categoria catastale A1 il moltiplicatore è 160, mentre per la A/10 è 80. Scopriamo insieme cosa sono i moltiplicatori catastali.
- Calcolo valore Imu da rendita catastale
- Quali sono i moltiplicatori catastali?
- Tabella moltiplicatori catastali 2025
- Calcolo della base imponibile dell’IMU per i fabbricati
Calcolo valore Imu da rendita catastale
Per il calcolo della seconda rata Imu 2025 si parte dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il valore così ottenuto per uno dei coefficienti o moltiplicatori Imu previsti dalla normativa.
Quali sono i moltiplicatori catastali?
Come riportato dal Dipartimento delle Finanza, l’Imu si calcola applicando alla base imponibile l’aliquota fissata per la particolare fattispecie. Per i fabbricati iscritti in catasto, la base imponibile è costituita dal valore dell’immobile, determinato applicando all’ammontare della rendita catastale, rivalutata del 5%, i seguenti moltiplicatori:
- A (tranne A/10) -160
- A/10 – 80
- B – 140
- C/1 – 55
- C/2, C/6 e C/7 – 160
- C/3, C/4 e C/5 – 140
- D (tranne D/5) – 65
- D/5 – 80
Per le aree fabbricabili, la base imponibile è costituita dal valore venale in comune commercio al 1° gennaio dell’anno di imposizione, o a far data dall’adozione degli strumenti urbanistici, tenendo conto dei seguenti elementi:
- zona territoriale di ubicazione;
- indice di edificabilità;
- destinazione d’uso consentita;
- oneri per eventuali lavori di adattamento del terreno necessari per la costruzione;
- prezzi medi rilevati sul mercato dalla vendita di aree aventi analoghe caratteristiche.
Per i terreni agricoli, nonché per quelli non coltivati, la base imponibile è costituita dal valore ottenuto applicando all’ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutato del 25 per cento, un moltiplicatore pari a 135.
Vediamo quali sono i coefficienti per le varie categorie catastali, valide per l’Imu 2025.
Tabella moltiplicatori catastali 2025
Vediamo la tabella con i moltiplicatori catastali:
categoria catastale da A/1 a A/11 | moltiplicatore 160 |
categoria catastale A/10 | moltiplicatore 80 |
categoria catastale da B/1 a B/8 | moltiplicatore 140 |
categoria catastale C/1 | moltiplicatore 55 |
categorie C/2 C/6 C/7 | moltiplicatore 160 |
categorie C/3, C/4, C/5 | moltiplicatore 140 |
categorie da D/1 a D/10 | moltiplicatore 65 |
categoria D/5 | moltiplicatore 80 |
Per i terreni agricoli, per calcolare la base imponibile Imu, bisogna rivalutare il reddito dominicale del 25% e poi moltiplicarlo per 135. Per i fabbricati in corso di costruzione, ricostruzione/ristrutturazione, l’imposta si calcola sul valore dell’area edificabile, fino alla data di ultimazione dei lavori o fino alla data in cui il fabbricato inizia ad essere utilizzato.
Calcolo della base imponibile dell’IMU per i fabbricati
Per il calcolo dell’IMU 2025 la base imponibile è rappresentata dalla rendita catastale dell’immobile, rivalutata del 5% e moltiplicata:
- per 140 se si tratta di fabbricati classificati nei gruppi catastali B (collegi, convitti, ecc.). Si ricorda che questo coefficiente è stato rivalutato nella misura del 40 per cento per effetto dell’art. 2, comma 45, del decreto legge n. 262 del 3 ottobre 2006, convertito dalla legge n. 286 del 24 novembre 2006. La rivalutazione decorre dalla data di entrata in vigore (3 ottobre 2006) del decreto legge.
- per 100 per i fabbricati dei gruppi catastali A e C (con esclusione delle categorie A/10 e C/1);
- per 50 per i fabbricati del gruppo catastale D e della categoria A/10;
- per 34 per i fabbricati della categoria C/1.
Per le aree fabbricabili la base imponibile è data dal valore venale in comune commercio, per i terreni agricoli la base imponibile è il reddito dominicale, rivalutato del 25%, moltiplicato per 75.
Per quanto riguarda invece i fabbricati del gruppo D, non iscritti in catasto posseduti interamente da imprese e contabilizzati distintamente, il valore è calcolato dal costo risultante dalle scritture contabili al lordo delle quote di ammortamento maggiorato con l’applicazione di appositi coefficienti.
Fonte: Idealista.it